No del Parlamento europeo ai brevetti di piante e sementi di origine naturale: appello alla Commissione UE per pressioni sull’UEB
Frutta e verdura ottenuti da processi di coltura convenzionali, come l’incrocio, non devono diventare brevettabili, hanno affermato gli eurodeputati. Il Parlamento europeo ha invitato la Commissione europea a fare tutto il possibile per convincere l’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) a non concedere brevetti su prodotti ottenuti da processi essenzialmente biologici. Ha inoltre esortato l’UEB a ripristinare immediatamente la chiarezza giuridica in materia, sottolineando che nessuno dei 38 Stati firmatari della Convenzione sul brevetto europeo consente di brevettare i prodotti ottenuti con metodi tradizionali.
Un accesso libero alle informazioni e al materiale vegetale biologico è essenziale per stimolare l’innovazione e la competitività nei settori dell’allevamento e dell’agricoltura, per sviluppare nuove varietà, migliorare la sicurezza alimentare e affrontare il cambiamento climatico, hanno inoltre sottolineato i deputati nella soluzione non legislativa approvata giovedì.
Durante il dibattito della settimana scorsa, molti deputati hanno affermato che l’accesso alle risorse genetiche non deve essere limitato, poiché ciò potrebbe portare a una situazione in cui alcune multinazionali detengono il monopolio sul materiale di coltivazione delle piante, a scapito degli agricoltori e dei consumatori dell’Unione europea.
La risoluzione è stata adottata per alzata di mano.
Nel marzo 2015, la commissione allargata di ricorso dell’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) ha deciso che, nei casi riguardanti i pomodori (G0002/12) e i broccoli (G0002/13), i prodotti ottenuti da processi essenzialmente biologici, come l’incrocio, possono ottenere la tutela brevettuale. Il Parlamento europeo ha risposto nel dicembre 2015 con una risoluzione non vincolante, in cui si chiedeva di chiarire le norme UE e si reiterava l’obiezione alla brevettabilità dei prodotti derivati dalla coltura convenzionale.
In seguito all’intervento della Commissione Europea nel novembre 2016, l’UEB ha modificato la propria politica per non concedere brevetti ai prodotti ottenuti tramite processi essenzialmente biologici. Tuttavia, nel dicembre 2018 la commissione tecnica di ricorso dell’UEB ha respinto tale decisione, sostenendo che la Convenzione sul brevetto europeo abbia la precedenza giuridica sulle norme di attuazione dell’UEB (decise dalle Commissione europea).
La risoluzione approvata giovedì scorso precede la scadenza del 1° ottobre, relativa alla presentazione di dichiarazioni sulla brevettabilità delle piante ottenute naturalmente all’organo di appello finale dell’Ufficio europeo dei brevetti (UEB).