Gli antibiotici non fanno alzare la glicemia. L’aumento è legato al motivo per cui siamo costretti ad assumere il farmaco: l’infiammazione o infezione
Gli antibiotici non fanno alzare la glicemia, parola di esperto. “L’antibiotico di per sé non incide sull’aumentare della glicemia. L’aumento di quest’ultima è semmai legato al motivo per cui siamo costretti ad assumere antibiotici: l’infiammazione o infezione che sia” afferma il Dr. Cesare Berra, Direttore Dipartimento di Diabetologia e Malattie Metaboliche del Gruppo MultiMedica.
Proprio lo stato infiammatorio del nostro organismo ha come conseguenza diretta l’innalzamento della glicemia, mentre l’antibiotico, che va a curare lo stato flogistico, tra le altre interazioni, la riporta alla “normalità”. Alla luce di questa realtà, possiamo anche affermare che l’aumentare della glicemia può essere letto come un campanello d’allarme. Se non ci sono state variazioni significative delle variabili comunemente associate ai livelli di glucosio come: terapia medica, alimentazione, attività fisica e notiamo un innalzamento della glicemia, potrebbe significare che qualcosa nel nostro corpo non funzioni opportunamente.
Alcune volte la glicemia alta può anticipare l’insorgenza di stati febbrili. In queste stati, che possiamo declinare anche, ad esempio, in cistiti nelle donne, otiti da colpo d’aria o mal di denti, dobbiamo essere consapevoli di come, intervenire tempestivamente per ridurre i valori glicemici, riportandoli ad una normalità, scongiuri l’intervento sulla terapia insulinica o il dosaggio dei farmaci ipoglicemizzanti.
Queste indicazioni però non autorizzano ad una generalizzazione, sono valide solo in presenza di infiammazioni o infezioni lievi.
Diverso discorso bisogna farlo se si stanno assumendo farmaci, come il cortisone ad esempio, per infezioni più gravi. Il cortisone nelle sue caratteristiche può portare ad alterare i livelli di glicemia. In questi casi è necessario rivolgersi al proprio diabetologo e insieme a lui ridefinire la nuova terapia per il diabete, che vada a coprire l’intero periodo di assunzione del farmaco cortisonico.