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La serie 1994 torna su Sky dal 4 ottobre

Arriva la serie tv 1994: nella terza stagione tangentopoli sa di cinema. Anticipazioni sul capitolo finale con Stefano Accorsi e Miriam Leone, presentato oggi a Roma

Arriva la serie tv 1994: nella terza stagione tangentopoli sa di cinema. Anticipazioni sul capitolo finale con Stefano Accorsi e Miriam Leone, presentato oggi a Roma

“Penso, immagino che Silvio Berlusconi abbia visto la serie, e penso-immagino che gli sia piaciuta, e penso-immagino che sia la sua serie preferita”, ha dichiarato scherzando Stefano Accorsi, durante la conferenza stampa di presentazione di ‘1994’, oggi a Roma, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano l’opinione dell’ex cavaliere sulla serie che torna in onda dal 4 ottobre su Sky.

Il 1994 è infatti l’anno che segna la ‘discesa in campo’ di Berlusconi e l’inizio della sua carriera politica, e proprio questi avvenimenti sono al centro del terzo e ultimo capitolo della trilogia Sky Original, prodotta da Wildside, che racconta gli anni a cavallo tra la Prima e la Seconda Repubblica.

Abbiamo incontrato i personaggi politici protagonisti della serie– ha precisato il produttore Lorenzo Mieli- Berlusconi come sapete parla tantissimo e ha raccontato centinaia di eventi, aneddoti, ma sopratutto la sua storia politica”. “Noi abbiamo liberamente preso delle cose che servissero a un racconto, sì politico, ma che rappresentasse anche in generale gli anni ’90, un periodo che abbiamo vissuto tutti”, ha spiegato Mieli, ricordando l’editoriale di suo padre, Paolo (nella serie interpretato da Luca Zingaretti), che con un giorno prima dell’avvenuta consegna, annunciava, con un vero e proprio scoop, l’invito a comparire destinato a Berlusconi, relativo all’”inchiesta telepiù”.

“SALVINI INDOSSA GLI STESSI ABITI DI BOSCO”

L’intera trilogia è infatti permeata da quella che si potrebbe definire una ‘nostalgia leopardiana’, di un passato del quale si sente la mancanza non perché fosse migliore del presente ma perché legato a una stagione perduta. Un passato che però ha generato un presente a cui, tra corsi e ricorsi storici, è irrimediabilmente legato. “Raccontare come i media siano entrati in quegli anni  in maniera cosi prepotente nella politica italiana è sicuramente provocatorio rispetto al presente – ha dichiarato Accorsi come riferisce la Dire (www.dire.it) – perché oggi i nuovi media, che sono i social, hanno dimostrato che non c’è piu’ un filtro comunicativo tra i politici e gli elettori, anche se in realtà non è cosi’. La serie racconta l’uomo non politico che inizia a occuparsi di politica”.

Ma se ‘1994’ a tratti provocatoriamente strizza l’occhio alla politica contemporanea, è vero pure il contrario. “Quando Salvini si è fidanzato con una soubrette siamo trasaliti perché è quello che succede a Bosco con Veronica. Una volta ci siamo accorti che indossava anche un abito uguale a quello che aveva lui nella serie. Sarebbe bello vedere Bosco al Papeete, chissà cosa combinerebbe” ha dichiarato, scherzando, Stefano Sardo, uno degli sceneggiatori della serie.

E proprio Guido Caprino, che in ‘1994’ interpreta il rude leghista Pietro Bosco è stato il protagonista di uno scoop durante la conferenza. “L’idea della serie non è di Accorsi, ma mia- ha dichiarato sorridendo l’attore-. Solo che all’epoca io non conoscevo Lorenzo Mieli e ho chiesto al mio amico Stefano, che conosco dalle elementari, di intercedere al mio posto”,ha raccontato Caprino guardando il collega, che quando usci’ ‘1992’ aveva espressamente richiesto che venisse specificato nei titoli di testa il suo nome quale ideatore del progetto.

MIRIAM LEONE E ‘LA RIVOLUZIONE #METOO IN PARLAMENTO’

Oltre a Caprino e Accorsi, questa mattina al cinema The Space Moderno era presente gran parte del cast tra cui Antonio Gherardi, Paolo Pierobon e Miriam Leone. Quest’ultima nella serie interpreta Veronica Castello, una soubrette spregiudicata che proprio nel 1994 decide di entrare in politica, cercando un seggio in parlamento e “questo la cambia sin dall’abito, queste armature che è costretta a indossare”, ha dichiarato Leone. “La sua femminilità deve affermarsi in un mondo maschile, che la guarda con diffidenza, la mortifica”, ha spiegato. Veronica pero’ troverà il suo riscatto, ‘in stile #metoo’, grazie alla “solidarietà in un gruppo di donne che cercano di lavorare per le donne, a favore delle donne. E’ un cambiamento di un personaggio, che, sì, vive anche lei nel cinismo, ma ha il cuore di un romanticismo e una purezza un po’ maledetta che le fa fare un passo avanti ma sempre con un grande dubbio e conflitto”.

NUOVI REGISTRI NARRATIVI IN SALSA CINEMATOGRAFICA

In questa terza stagione infatti i personaggi arrivano al potere, ma non cambiano nell’essenza: la loro natura natura resta la stessa, mentre tutte le linee narrative si intrecciano in maniera stilisticamente originale. Se la struttura della serie nelle prime due stagioni è stata di stampo corale, nella terza gli sceneggiatori, ‘spronati ad osare dalla stessa sky’, hanno deciso di spingersi oltre e di sperimentare nuovi registri narrativi, come i registi stessi, Giuseppe Gagliari e Claudio Noce. “E’ stata una bella sfida- ha dichiarato Gagliardi- Nel sesto episodio, (che racconta l’incontro tra Berlusconi e Bossi a Villa Certosa in cui l’allora premier tenta di convincere il leader della Lega a non far cadere il governo n.d.r.) abbiamo utilizzato un linguaggio alla Billy Wilder, con lenti vintage analogiche, in stile anni ‘70. La cosa bella di questa stagione e che cambia tutto, ma resta la coerenza dei personaggi”.

 

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