Gli scettici del Movimento 5 stelle pubblicano la Carta di Firenze: stop al capo politico e Rousseau di proprietà del Movimento. Con il documento chiesto un cambio di passo
Nel giorno in cui il Movimento 5 stelle spegne le sue prime 10 candeline, gli ‘scettici’ M5s, che si sono riuniti nel capoluogo toscano domenica scorsa, pubblicano in rete la Carta di Firenze – Per un rinascimento 5 stelle: coerenza, democrazia interna e centralità degli attivisti’, un documento per, come scrivono, ‘un Rinascimento 5 stelle’.
Tra i punti principali dei ‘cahiers de doléances’, come spiega la Dire (www.dire.it): la convocazione di un’assemblea fisica nazionale, la revisione dello Statuto e superamento della figura del capo politico, la piena proprietà e della gestione del Sistema operativo Rousseau al Movimento 5 Stelle, la riformulazione di criteri univoci, oggettivi e democratici per le candidature e le nomine all’interno del M5S.
“Siamo quelli che da sempre sotto la bandiera del MoVimento parlano con le persone per la strada – scrivono nel documento ribattezzato Carta di Firenze -, con la pioggia o con il sole cocente, mettendoci al servizio delle nostre comunità ai banchetti e nelle piazze. Abbiamo offerto per anni il tempo delle nostre vite per costruire tutti insieme il ‘Sogno a 5 Stelle’: un modello concreto, un profondo cambiamento culturale, una rivoluzione pacifica e non violenta, un grande esempio mondiale di democrazia dal basso”.
“Da tempo però- sottolineano- assistiamo al dissolversi di questo progetto politico. In nome di una fraintesa responsabilità di governo, il MoVimento ha rinunciato ai propri principi identitari: dalla lotta per la ricostruzione di uno stato sociale massacrato da trent’anni di neoliberismo fino alla battaglia per la conquista della piena sovranità nazionale. Riceviamo sia per strada che sul web accuse sempre più sferzanti sulle ‘promesse non mantenute’ e sui ‘compromessi al ribasso’. La nostra coscienza di attivisti si ribella e ci impone di riportare il M5S al pieno rispetto dei suoi valori con perseveranza e soprattutto COERENZA”.
Crediamo, dicono ancora, “che in questo momento così delicato per il futuro del M5S si debba ristabilire un rapporto paritetico fra gli eletti a ogni livello e la base per poi aprire un confronto trasparente e partecipato sugli obiettivi politici e sulle forme organizzative del MoVimento stesso. Si tratta di una necessità impellente, assolutamente essenziale per continuare insieme questo progetto meraviglioso e ritrovare quell’identità che oggi appare sbiadita”.
Queste le richieste inserite nel documento, ribattezzato Carta di Firenze.
1) TRASPARENZA E DEMOCRAZIA INTERNA
– Convocazione di un’assemblea fisica nazionale, (Forum degli attivisti ) con avvio di un processo di riforma dello Statuto stesso, e attribuzione all’assemblea degli iscritti del potere democratico di esprimersi sulle cariche interne, tutte elettive.
– revisione dello Statuto e superamento della figura del capo politico mediante l’introduzione di organi elettivi e collegiali a livello nazionale, regionale e provinciale, che abbiano l’autorità di intervenire nella gestione dei conflitti interni nelle aree di competenza.
– Attribuzione della piena proprietà e della gestione del Sistema operativo Rousseau al Movimento 5 Stelle assicurando la massima trasparenza della piattaforma, in particolare verso le richieste di: accesso pubblico all’anagrafe territoriale degli iscritti, verificabilità degli esiti delle consultazioni.
– Miglioramento di “Tirendiconto” per aver maggiore trasparenza sulle spese dei portavoce, nonché attivazione di tutte quelle ulteriori funzioni necessarie a garantire un vero processo di informazione, comunicazione e coinvolgimento degli attivisti sui progetti sostenuti grazie alle restituzioni dei portavoce;
– Sviluppo effettivo del progetto “Scudo della rete” , in particolare per i Portavoce locali (consiglieri
comunali);
2) COERENZA E RISPETTO DEI PRINCIPI NON TRATTABILI
– Rispetto dei principi etici fondamentali: difesa delle libertà individuali, della libertà di autoderminazione al trattamento sanitario, dei beni comuni e dei diritti sociali, tutela dell’ambiente e delle identità culturali di ogni comunità, autodeterminazione del nostro Paese;
– Completa coerenza con le principali battaglie identitarie e territoriali del M5S con conseguente allineamento di tutte le scelte politiche locali e nazionali;
– Formulazione di un codice etico unico e inderogabile che imponga il pieno rispetto del mandato elettorale e disciplini la sovrapposizione tra nomine in società pubbliche o private e cariche elettive, scongiurando conflitti di interesse in qualunque forma.
3) RIORGANIZZAZIONE DAL BASSO
– Avvio di una riorganizzazione dal basso che valorizzi il ruolo centrale dei gruppi locali e degli attivisti attraverso assemblee territoriali periodiche alle quali siano tenuti a partecipare i portavoce eletti, su temi locali e nazionali;
4) PROCESSI PARTECIPATIVI
– Creazione di un regolamento nazionale unico di funzionamento dei gruppi locali;
– Costituzione di tavoli di lavoro permanenti volti a rimettere al centro della vita politica del M5S gruppi locali in rete fra loro che producano un supporto concreto ai portavoce municipali e comunali e stabiliscano linee politiche a cui i portavoce regionali e nazionali debbano far riferimento;
– Creazione di strumenti interni, in qualsiasi modo si dimostrerà utile, che consentano agli iscritti di avviare consultazioni referendarie e interrogazioni agli organi di vertice del MoVimento.
– Implementazione, con ogni strumento si dimostrerà utile, di un processo dialettico con la base a garanzia di una maggior partecipazione nelle fasi di voto in modo tale che le consultazioni garantiscano un’informazione completa e tempestiva sulle questioni affrontate e non siano banale ratifica di decisioni già assunte;
5) CANDIDATURE, NOMINE e VALUTAZIONE DEI PORTAVOCE
– Riformulazione di criteri univoci, oggettivi e democratici per le candidature e le nomine all’interno del M5S , che premino l’esperienza, la competenza e il comprovato attivismo sui territori;
– Apertura alla discussione di nuovi strumenti di valutazione degli eletti che garantiscano un confronto periodico tra la base e i portavoce, così da verificare il rispetto dei principi fondativi del MoVimento e il perseguimento degli obiettivi nell’arco del mandato.