Site icon Corriere Nazionale

Sanità: Speranza vuole abolire il superticket

liste d'attesa

Sanità pubblica, il ministro della Salute Speranza: “Abolire il superticket, crea disuguaglianze”. Anche Zingaretti dice sì

“Ogni volta che un cittadino non accede alla sanità per ragioni di natura economica siamo di fronte a una sconfitta dello Stato”. Lo dice il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista a Repubblica. Speranza annuncia che è necessario abolire il superticket. Nella nota di aggiornamento al Def, ha ricordato, “per la prima volta si afferma con nettezza che il superticket aumenta le discriminazioni e le diseguaglianze e tra i territori e nei territori e che l’obiettivo di tutto il governo e’ di superarlo gradualmente”. “Mi batterò perché questo avvenga nel tempo più breve possibile”, ha assicurato ancora Speranza.

ZINGARETTI: SI’ ALL’ABOLIZIONE DEL SUPERTICKET

In casa Partito democratico arriva apprezzamento per la proposta di abolizione del superticket avanzata dal ministro della Salute. E il via libera arriva proprio dal vertice del partito, rimasto orfano di Renzi. “È ora di dare una mano a chi ha più bisogno di aiuto. Abbiamo iniziato ad abbassare le tasse sul lavoro per aumentare gli stipendi, sono d’accordo con l’idea di lavorare per abolire il superticket nella sanità. In Regione Lazio l’abbiamo fatto. Costruiamo insieme un’Italia più giusta”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti, come riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it).

Sì ANCHE DEL CODACONS

I superticket sanitari, oltre a rappresentare un ingiusto costo a carico degli utenti della sanità, determinano pesanti disuguaglianze tra cittadini i quali, a parità di trattamento sanitario, subiscono aggravi di costi diversificati a seconda del luogo di residenza. Non solo. In alcuni casi i costi delle prestazioni, a causa di tale balzello, risultano più elevati nella sanità pubblica, spingendo gli utenti a rivolgersi a cliniche e strutture private.

Lo afferma il Codacons, che appoggia la proposta di eliminare l’odioso balzello introdotto dalla Legge Finanziaria del 2011.

“Ad oggi è possibile parlare di vera e propria “giungla” per i Superticket – spiega il presidente Carlo Rienzi – La tassa da 10 euro su farmaci e prestazioni specialistiche vale tra i 500 e gli 800 milioni di euro annui, e non vi sono numero certi sul gettito garantito da tale balzello anche perché le amministrazioni regionali procedono in ordine sparso e cambiando spesso le carte in tavola”.

Basti pensare che nell’ultimo anno regioni come Emilia Romagna, Piemonte e Toscana hanno deliberato l’eliminazione del Superticket, ma nel primo caso solo per alcune fasce di reddito. La Campania invece ha annunciato per il futuro una riduzione dell’80% del balzello in base all’età dei pazienti che richiedono le prestazioni, e un taglio totale per i nuclei numerosi e a basso reddito.

Nella giungla che vige oggi, il Superticket si paga integralmente in 9 regioni: Abruzzo, Liguria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lombardia. Non si paga invece in Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Valle D’Aosta e Piemonte. In tutte le altre è invece previsto in maniera proporzionale al valore della ricetta oppure proporzionalmente al reddito.

“Tutto ciò crea disuguaglianze inaccettabili tra cittadini in base alla regione di residenza, e spinge gli utenti a rivolgersi alla sanità privata poiché alcune prestazioni, come esami del sangue o delle urine, a causa del Superticket da 10 euro risultano più costose se eseguite presso le strutture pubbliche” conclude Rienzi.

Exit mobile version