Duchenne: ataluren rallenta progressione malattia


Distrofia muscolare di Duchenne, ataluren rallenta la progressione della malattia. Nuova analisi dei dati del registro STRIDE mostra che il farmaco è in grado di preservare la funzione polmonare

Distrofia muscolare di Duchenne, il prossimo 7 settembre si celebra la Giornata Mondiale: al via la campagna globale per sensibilizzare la società civile su questa patologia

STRIDE è il primo registro internazionale che riunisce i pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne, dovuta a mutazioni nonsenso, che sono in trattamento con il farmaco ataluren (nome commerciale Translarna). Secondo una recente analisi real-world di questi dati, la molecola sviluppata da PTC Therapeutics ha dimostrato di poter preservare la funzione polmonare nei bambini e negli adolescenti, rispetto a una coorte di pazienti abbinata in uno studio di storia naturale della malattia. La notizia è stata data al 24° Congresso internazionale della World Muscle Society, che si è appena concluso a Copenhagen, mentre le caratteristiche demografiche della popolazione studiata dal registro STRIDE sono state pubblicate nell’agosto scorso sul Journal for Comparative Effectiveness Research.

La distrofia muscolare di Duchenne è una patologia progressiva e degenerativa, la più grave tra le distrofie muscolari e la più frequente malattia rara in età pediatrica. È una malattia genetica fatale che colpisce prevalentemente i maschi, provocando una debolezza muscolare fin dalla prima infanzia e portando alla morte prematura intorno alla terza decade di età a causa di insufficienza cardiaca e respiratoria. La malattia è causata dall’assenza di distrofina, una proteina fondamentale per la stabilità strutturale di tutti i muscoli, inclusi quelli scheletrici, del diaframma e del cuore.

Il farmaco ataluren è l’unico approvato in Europa per il trattamento della distrofia di Duchenne: è un agente di ripristino delle proteine creato per consentire la produzione di una proteina funzionale nei pazienti con condizioni genetiche causate da una mutazione nonsenso, ovvero un’alterazione del codice genetico che arresta prematuramente la sintesi di una proteina essenziale.

I ricercatori che hanno analizzato i dati del registro STRIDE hanno valutato la capacità vitale forzata (FVC), una misura tradizionale della funzione polmonare nei pazienti Duchenne che si correla con la progressione della malattia e con la mortalità. I dati hanno mostrato che il 32,1% dei pazienti che hanno ricevuto lo standard di cura nella coorte di storia naturale aveva una FVC inferiore al 50%, rispetto al solo 2,2% dei pazienti che hanno ricevuto ataluren dopo un’esposizione totale media di 633 giorni. I dati indicano anche che il farmaco ha preservato in modo significativo la capacità dei pazienti di alzarsi dalla posizione supina e salire le scale.

Dopo la perdita della deambulazione e dell’uso delle braccia, i muscoli respiratori delle persone con Duchenne iniziano a deteriorarsi progressivamente, portando al rischio di complicazioni respiratorie potenzialmente letali e alla necessità della ventilazione assistita. I pazienti con una FVC prevista inferiore al 50% sono considerati in una fase avanzata, non deambulatoria, della Duchenne.

Nella nuova analisi, i pazienti del registro STRIDE sono stati confrontati con una coorte comparabile del Cooperative International Neuromuscular Research Group Natural History Study, in base alla loro propensione verso la progressione della malattia. Questi ultimi dati hanno dimostrato che l’età media in cui i pazienti in trattamento con ataluren hanno perso la capacità di alzarsi dalla posizione supina in meno di 5 secondi (la prima tappa clinicamente significativa della Duchenne) è di 12 anni: 3 anni dopo rispetto alla progressione della malattia naturale nei bambini non trattati (9,1 anni).

“Attraverso la deambulazione e la funzionalità fisica e polmonare, i dati di STRIDE dimostrano che i pazienti che hanno ricevuto ataluren hanno conservato la funzione per più anni di quelli che hanno ricevuto cure standard”, ha affermato Stuart Peltz, Chief Executive Officer di PTC Therapeutics. “Questi sono risultati real-world che forniscono ai medici e agli enti regolatori il quadro reale della risposta del paziente al trattamento”.

“È molto incoraggiante vedere risultati positivi della funzione polmonare in un contesto di real-world, e rassicura sul fatto che ataluren stia rallentando la progressione della malattia”, ha dichiarato il prof. Eugenio Mercuri, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università Cattolica di Roma e autore dello studio. “L’insufficienza respiratoria è la principale causa di disabilità e decesso nei pazienti con Duchenne: il monitoraggio e il mantenimento della funzione polmonare è una priorità clinica. Poiché i muscoli si indeboliscono progressivamente, respirare e tossire efficacemente diventa più difficile e i pazienti diventano dipendenti dalla ventilazione assistita, un fatto angosciante per le famiglie”.