Leucemia promielocitica acuta: obesità fattore di rischio


Leucemia promielocitica acuta: obesità e sovrappeso sono fattori di rischio secondo uno studio internazionale coordinato da ricercatori dell’Istituto europeo di oncologia di Milano

Leucemia promielocitica acuta: obesità e sovrappeso sono fattori di rischio secondo uno studio internazionale coordinato da ricercatori dell'Istituto europeo di oncologia di Milano

L‘obesità è un fattore di rischio noto per alcuni tumori, per esempio quello del seno. Ora i risultati pubblicati sulla rivista Haematologica, di uno studio internazionale, coordinato dal professor Pier Giuseppe Pelicci dell’Istituto europeo di oncologia di Milano, confermano che l’obesità è un fattore di rischio anche per le leucemie mieloidi acute e, tra queste, in particolare per la leucemia promielocitica. Lo studio è stato condotto grazie al fondamentale sostegno di Fondazione AIRC.

“Siamo partiti dall’analisi dei dati raccolti nell’ambito di un’ampia indagine svolta sulla popolazione inglese, che ha seguito nel tempo ben 5,2 milioni di persone” racconta Pelicci. “Così abbiamo osservato che esiste una correlazione lineare tra sovrappeso e obesità e sviluppo di una leucemia mieloide acuta, e soprattutto di una leucemia promielocitica.” In pratica significa che all’aumentare del peso aumenta in modo lineare il rischio di sviluppare un tumore di questo tipo. Una conclusione che i ricercatori hanno confermato, con un metodo d’indagine differente, in altre tre popolazioni – italiana, spagnola, americana – anche se con minime variazioni. “A indicare” sottolinea Pelicci “che oltre all’obesità di per sé può rappresentare un fattore di rischio anche il contesto in cui questa si sviluppa, per esempio il tipo di dieta seguito.”

 

Pelicci e collaboratori hanno anche cercato di capire quali potessero essere le basi molecolari di questo aumento del rischio associato a sovrappeso e obesità: un primo passo fondamentale per individuare molecole potenzialmente bersaglio di nuove strategie terapeutiche.

 

I ricercatori hanno lavorato con alcuni pazienti con varie forme di leucemia mieloide acuta, sia in normopeso sia obesi o in sovrappeso, conducendo vari tipi di studi genetici e molecolari. In questo modo hanno osservato anzitutto che nei pazienti con obesità sono tre volte più frequenti le mutazioni a carico del gene Flt3, mutazioni classiche della leucemia mieloide acuta, e che c’è un aumento molto significativo dell’espressione di geni che controllano il metabolismo degli acidi grassi di tipo omega 6 (acidi grassi polinsaturi come linoleico e acido arachidonico). “Un’osservazione, quest’ultima, che ha perfettamente senso nell’ambito delle conoscenze di cui già disponiamo” sottolinea Pelicci “perché sappiamo che l’obesità è associata a infiammazione, che gli acidi grassi di tipo omega 6 sono precursori dell’infiammazione e che nel microambiente infiammato si creano condizioni favorevoli alla trasformazione delle cellule in senso tumorale”.