Chi soffre di diabete rischia di più un ricovero per infezione secondo quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care
La percentuale di ricoveri ospedalieri a causa di un’infezione nei soggetti adulti affetti da diabete sono cresciuti dal 2000 al 2015 rispetto a chi non aveva il diabete, suggerendo la necessità di proteggere queste persone da complicanze prevenibili, secondo quanto emerso da uno studio del CDC statunitense appena pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
«Il continuo aumento del numero di persone che vivono con il diabete probabilmente incrementerà anche il numero di soggetti che contrarranno infezioni in futuro e avrà importanti implicazioni per il carico ospedaliero e l’assistenza ai pazienti» hanno scritto il primo autore Jessica Harding dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta e colleghi. «Una maggiore consapevolezza da parte degli operatori sanitari che questa malattia rappresenta un importante fattore di rischio per le infezioni potrebbe migliorarne la gestione».
Sebbene le malattie cardiovascolari e le complicanze mortali del diabete siano in declino negli Stati Uniti, prima di questa ricerca erano pochi i dati disponibili sul trend di altri tipi di complicanze come le infezioni.
Gli autori hanno stimato il numero di adulti con e senza diabete negli Stati Uniti tra il 2000 e il 2015 sulla base delle informazioni della National Health Interview Survey e hanno identificato il numero di ricoveri ospedalieri dovuti a infezioni nello stesso periodo in base ai dati e ai codici diagnostici del National Inpatient Sample, un database che comprende circa il 20% di tutti in ricoveri ospedalieri di 46 stati e che rappresentano oltre il 96% della popolazione nordamericana. I codici di diagnosi di infezione combinati con un codice di diagnosi del diabete sono stati considerati “correlati al diabete”.
Maggior rischio di infezione nei diabetici
Rispetto alla popolazione generale, gli adulti con diabete hanno avuto una percentuale quasi 4 volte superiore di ricovero a causa di un’infezione (RR, rischio relativo = 3,8) e fino a 15,7 volte più alta a seconda del tipo di infezione.
Nello specifico presentavano un’incidenza più elevata di polmonite (RR = 2,6), influenza (RR = 3,3), bronchite acuta e bronchiolite (RR = 3,7), infezione renale (RR = 4,3), cellulite (RR = 6,9), infezioni del piede (RR = 14,7), osteomielite (RR = 15,7), micosi (RR = 2,8), infezioni postoperatorie delle ferite (RR = 3,2) e sepsi (RR = 3,2).
I ricercatori hanno anche scoperto che gli adulti con diabete avevano un tasso di ricovero a causa di infezione di 68,7/1000 persone nel 2015, aumentato rispetto al dato del 63,1 nel 2000. Al contrario, negli adulti senza diabete i tassi di ricovero sono scesi al 16,3/1000 persone nel 2015 rispetto al 17,7 nel 2000, con una riduzione significativa del 7,9% dopo il 2008 (p<0,01), contro nessuna riduzione nei diabetici per via degli aumenti significativi nei tassi di infezioni del piede e delle cellulite, nonché dalla mancata riduzione della polmonite e delle infezioni postoperatorie delle ferite nei giovani adulti.
«I nostri risultati mostrano che le persone con diabete hanno livelli particolarmente elevati di ricoveri per infezione» ha affermato la Harding. «Identificando e affrontando i fattori che mettono le persone a rischio di ospedalizzazioni correlate alle infezioni, possiamo lavorare per migliorare l’assistenza complessiva fornita nel nostro sistema sanitario. Ulteriori ricerche sono fondamentali per determinare le cause esatte dietro questi aumenti».
Differenze in base all’età e al tipo di infezione
In generale i tassi di influenza, infezione renale, cellulite, osteomielite e sepsi sono aumentati dal 2000 al 2015, mentre nello stesso periodo si è ridotta l’incidenza di infezioni post-operatorie, bronchite o bronchiolite acuta.
Nel 2015 il tasso di ospedalizzazione dovuto a un’infezione tra gli adulti con diabete di età compresa tra 18 e 44 anni è stato di 63,1/1000 persone rispetto al 42,1/1000 persone (p<0,0001), mentre nei soggetti diabetici con età superiore ai 75 anni è stato di 131,7/1000 persone nel 2015 rispetto a 169,5/1000 (p<0,0001).
Secondo quanto riportato dai ricercatori, dal 2000 al 2008 non sono stati rilevati cambiamenti significativi nei tassi per gli adulti con diabete di età compresa tra 65 e 74 anni, ma il tasso di ospedalizzazione a causa di un’infezione è stato del 72,9/1000 persone nel 2015 rispetto all’88,9/1000 persone nel 2008 (p<0,001). Inoltre hanno notato che i tassi non sono cambiati tra gli adulti con diabete di età compresa tra 45 e 64 anni e che “i modelli per tipo di infezione tra i diabetici erano generalmente simili”.
«Nel complesso i nostri risultati suggeriscono che sono necessarie maggiori iniziative mediche e di salute pubblica per prevenire le infezioni che richiedono il ricovero negli adulti con diabete», hanno concluso. «Questo studio evidenzia la necessità di contenere maggiormente i fattori di rischio per le infezioni nei soggetti affetti da diabete, in particolar modo nei giovani adulti».