L’ospedale Columbus nella zona Trionfale di Roma a rischio chiusura. I cittadini preoccupati per l’ipotesi: “Sarebbe terribile”
“E’ veramente una cosa terribile”. E’ un coro di ‘no’ quello di pazienti e cittadini della zona Trionfale di Roma sull’ipotesi di chiusura della ex clinica, oggi ospedale Columbus, finora in affitto come ramo d’azienda al Policlinico universitario Agostino Gemelli: il policlinico vorrebbe rinnovare il contratto d’affitto a partire da domani fino al 30 giugno del 2020, ma il curatore fallimentare non ha autorizzato il rinnovo a parità di condizioni. Quindi la struttura dalla mezzanotte di oggi non potrà più farsi carico della struttura.
La Columbus è entrata in crisi nel 2015 e allora il Gemelli era intervenuto nel salvataggio per garantire la continuità aziendale sanitaria e aveva poi rilevato la gestione attraverso l’affitto di ramo d’azienda fino al 31 ottobre 2019. Nel 2018, il Policlinico universitario ha quindi presentato un’offerta diretta per l’acquisto della clinica ma la cifra è stata rifiutata dai curatori perché non era stata presentata in sede di asta fallimentare, andata anzi deserta. Oggi il termine del periodo di affitto del ramo aziendale. Nonostante le notizie stiano tenendo in ansia i 750 dipendenti tra medici, infermieri e personale della Columbus, al momento nessuna comunicazione ufficiale è arrivata in merito all’interruzione del servizio. I 258 posti letto quindi, ad ora, restano occupati da altrettanti pazienti anche se la levata di scudi tra i cittadini che entrano ed escono dall’ospedale è forte: “Per me sarebbe la perdita di un punto di riferimento per le patologie di cui soffro e poi qui ci sono dei medici molto validi”, racconta un signore 70enne appena uscito dalla Columbus. “Siamo molto preoccupati perché il posto di lavoro è tutto nella vita- racconta un dipendente che ha appena finito il suo turno- e a noi che lavoriamo qui da tanti anni non piace l’andazzo della situazione. Nessuno ci ha comunicato che non dobbiamo più venire a lavorare- prosegue- anzi, ci hanno detto che dobbiamo garantire l’assistenza e i servizi alle persone ricoverate”.
Per una coppia di pazienti che arriva da fuori Roma, la chiusura della Columbus rappresenterebbe un vero problema: “Per noi sarebbe un disservizio grave perché questo è un ospedale serio. Veniamo da Fiumicino appositamente perché conosciamo il professore che ha in cura mia moglie e poi la chiusura di questo ospedale non sarebbe un bene, innanzitutto per i medici e infermieri che ci lavorano”. C’è poi chi racconta uscendo dalla struttura l’umore dei dipendenti, in questa presunta ultima giornata di lavoro: “Le infermiere sono tutte piuttosto avvilite, così come tutto il personale”, spiega una donna che ha appena effettuato una visita.
“La chiusura di questa struttura è sicuramente una cosa negativa perché è buona, è funzionante”, commenta sconsolata un’anziana. Sul piede di guerra i sindacati, che anche oggi si sono ritrovati a poca distanza dalla Columbus, all’ingresso del Policlinico Gemelli, per tentare di intercettare la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Contattati dall’agenzia Dire, Stefano Capitelli della Fp-Cgil Policlinico Gemelli, Mario Ponzani segretario Cisl-Fp Policlinico Gemelli e Alessandro Cammino, Uil-Fpl Policlinico Gemelli dichiarano: “La cosa vergognosa è che le parti in causa non abbiano raggiunto un accordo alla scadenza dell’affitto del ramo di azienda. A poche ore dalla deadline, i 750 colleghi che rischiano il posto di lavoro non sanno che cosa devono fare”.
Il Gemelli, spiega l’Agenzia Dire (www.dire.it) “ha fatto una proposta di rinnovo per ulteriori 8 mesi che non è stata presa in considerazione dai curatori fallimentari. Noi siamo preoccupati e mettiamo in luce un problema di ordine pubblico che potrebbe investire tutto il versante della sanità accredita. A rischio, oltre ai dipendenti e ai posti letto, sono anche prestazioni ambulatoriali, sostegni ai ricoveri in pronto soccorso del policlinico Gemelli, oltre alle liste di attesa per le prestazioni ambulatoriali che rischierebbero di allungarsi ulteriormente”.
Come organizzazioni sindacali “abbiamo intercettato Zingaretti e Raggi- concludono- informandoli della vicenda e abbiamo avuto da loro rassicurazioni che avrebbero preso in seria considerazione quella che oggi risulta essere una vera e propria catastrofe per il sistema assistenziale regionale laziale. Zingaretti ci ha garantito la continuità assistenziale, vedremo”.