Otosclerosi: per la malattia ereditaria che interessa l’orecchio si può intervenire con la chirurgia. Micro-protesi artificiale fa recuperare l’udito
E’ una malattia a carattere ereditario che interessa l’orecchio. Si chiama otosclerosi e spesso comporta un deficit uditivo progressivo, che può essere associato ad acufeni (fischi o ronzii) e leggeri disturbi dell’equilibrio. Di solito insorge in età adulta e colpisce più di frequente le donne. A parlare della patologia è il Direttore dell’Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Niguarda.
Quali strutture dell’orecchio sono interessate da questa patologia?
Per capirlo occorre fare una breve panoramica sui meccanismi che ci consentono di udire i suoni. Le onde sonore passano attraverso il condotto uditivo esterno e fanno vibrare la membrana timpanica che così trasmette le vibrazioni a 3 ossicini contenuti nell’orecchio medio: il martello, l’incudine e la staffa. Questi ultimi a loro volta trasferiscono l’energia delle onde sonore ai liquidi dell’orecchio interno. L’otosclerosi può interessare l’ultimo “ingranaggio” di questa catena di trasmissione, la staffa, che risulta così avere una mobilità più limitata (otosclerosi stapediale), oppure l’orecchio interno (in questi casi si parla otosclerosi cocleare).
Si può intervenire chirurgicamente?
La chirurgia può essere utile per correggere il meccanismo di trasmissione danneggiato, ovvero i casi di otosclerosi stapediale. In questi pazienti l’intervento mira a sostituire la staffa danneggiata con una micro-protesi artificiale.
Come si realizza?
L’intervento, che prende il nome di stapedotomia, dura in genere 20 minuti e può essere eseguito sia in anestesia generale che locale. Si realizza attraverso il condotto uditivo esterno grazie all’utilizzo di un microscopio operativo e più recentemente di un endoscopio che non richiede incisioni. Dopo aver sollevato la membrana del timpano, nella base della staffa con un micro-trapano o con un laser, si pratica un foro di circa 0,5 millimetri di diametro. La componente superiore della staffa viene poi staccata e rimossa. Quindi al suo posto s’inserisce una piccola protesi a forma di pistone.
Otosclerosi: quali precauzioni seguire nel post-operatorio?
L’unica importante raccomandazione dopo l’intervento consiste nell’evitare di far entrare acqua nel condotto uditivo. E’ consigliabile, inoltre, un adeguato periodo di riposo domiciliare. Altre precauzioni da seguire: soffiare il naso delicatamente, starnutire a bocca aperta e non guidare l’auto per 3-4 giorni. Non ci sono altre particolari controindicazioni per gli spostamenti, ad eccezione dell’aereo, per cui è necessario attendere almeno 2 mesi.
Qual è l’efficacia dell’intervento?
Oltre il 95% degli interventi condotti da chirurghi esperti ha successo. Non sempre però il recupero è evidente sin dal primo controllo: per avere un’idea abbastanza precisa del risultato bisogna aspettare anche 2 mesi.