Sindrome del tunnel carpale: quando il riposo con tutori o la terapia a base di vitamina B ed acido tioctico non bastano si ricorre alla chirurgia
Si dice chirurgia della mano e si pensa alle 5 dita. Ma non è così. Con il termine “chirurgia della mano” si intende molto di più, si intende una disciplina che cura, partendo, semmai, dalla punta delle dita, arrivando su, fin oltre il gomito. Ricomposizione dei traumi dell’avambraccio, polso e gomito, ricostruzione microchirurgica per le perdite tissutali, oltre al trattamento del trauma acuto del palmo e delle dita: la chirurgia della mano si occupa di tutto questo, avvalendosi delle più moderne tecniche d’intervento.
I risultati ottenuti negli ultimi anni, hanno fatto sì che l’Ospedale Niguarda sia diventato un punto di riferimento regionale e nazionale anche per i traumi complessi dell’arto superiore. La struttura afferisce all’Ortopedia e Traumatologia, diretta da Dario Capitani, e collabora con la Reumatologia per il trattamento delle lesioni artrosiche, con la Chirurgia Pediatrica per i traumi e le malformazioni nei più piccoli, con l’Unità
Spinale per le lesioni nel paziente tetraplegico, con la Chirurgia Plastica per i postumi delle ustioni e con la Neurologia per il trattamento dei postumi di lesioni del sistema nervoso centrale (ad esempio: spasticità nei postumi di ictus) e del sistema nervoso periferico come le sindromi da compressione.
Proprio a quest’ultima categoria appartiene la Sindrome del tunnel carpale (STC), una delle patologie più diffuse che interessa l’arto superiore.
Colpisce prevalentemente il sesso femminile, i dati dicono che su 10 pazienti 9 sono donne.
Svariate le cause: esiste una predisposizione individuale ma molto dipende dall’attività svolta dal soggetto.
Infatti, le persone che lavorano molto con le mani (sarte, casalinghe, dattilografi, operai ecc.) frequentemente vanno incontro a tale sindrome. La Sindrome del tunnel carpale si manifesta con disturbi della sensibilità che colpiscono le prime 3 dita (pollice, indice, medio, a volte con interessamento parziale anche dell’anulare).
Questi disturbi si presentano prevalentemente durante la notte: ci si sveglia e si scuote il braccio; si pensa che le dita si siano addormentate per la circolazione ma non è così. Il nervo mediano, quello deputato al movimento delle prime dita è sottoposto infatti ad una condizione di stress dovuta all’aumentata pressione all’interno del tunnel carpale.
Questa struttura è il “canale” che contiene nervi e legamenti e accompagna il loro decorso dall’avambraccio alla mano. Può succedere che a causa di un ristagno di liquidi all’interno del canale si venga a creare una situazione di compressione sul nervo. L’aumento dei liquidi nel tunnel è in molti casi riconducibile agli squilibri ormonali tipici della menopausa e della gravidanza, per questo la prevalenza dei casi è nettamente femminile.
La terapia
Quando il riposo con tutori o la terapia a base di vitamina B ed acido tioctico, per rinforzare la fibra nervosa, non sono in grado di alleviare la sintomatologia si deve ricorrere alla chirurgia. L’intervento viene effettuato in Day Surgery con anestesia locale e con tecnica mininvasiva o endoscopica e in una alta percentuale di casi porta ad un beneficio pressoché immediato.
Si pratica un’incisione di circa 2 cm sul palmo attraverso la quale si interrompe il legamento traverso del carpo e si libera dall’esterno il nervo mediano (neurolisi esterna). L’intervento dura pochi minuti. Subito dopo il paziente può già muovere la mano e nell’arco di una settimana può riprendere le comuni attività della vita quotidiana.