Il Lago ex Snia di Roma diventa monumento naturale: lo ha deciso il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti
L’unico lago naturale di Roma è Monumento naturale: lo ha deciso il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti il quale, con il proprio decreto del 9 ottobre 2019 n.17594, ha vincolato questo piccolo specchio d’acqua per tutelarne la conservazione, l’integrità e la sicurezza.
Ma, come? Non sapevate che Roma ha un proprio lago? Eggià, e sta da qualche decennio sotto i vostri occhi (dal 1992 per l’esattezza), nel Municipio V tra via Prenstina e via di Portonaccio, e seppur avrebbe come nome Lago Sandro Pertini, ai più è noto come Lago ex Snia – Viscosa e come GRE LAZIO ve lo abbiamo presentato il 14 giugno scorso: nel rimandarvi per l’intera storia al nostro articolo, ricordiamo solo che il bacino si formò accidentalmente nel 1992 in occasione di lavori di scavo che intercettarono la falda acquifera. E da allora è là, nonostante i tentativi della proprietà dell’area di “liberarsene”.
L’area vincolata del Lago ex Snia è estesa complessivamente 7,5 ettari: la Regione ne ha riconosciuto la funzione di potenziale corridoio ecologico tra la Riserva Naturale Valle dell’Aniene e il Parco dell’Appia Antica in funzione delle valenze vegetazionali (vi sono state censite circa 300 specie botaniche, 11 comunità vegetali, 3 habitat prioritari per l’Unione Europea) e faunistiche (62 specie di uccelli fra i quli tre di interesse comunitario).
In particolare l’area del lago ex Snia presentata grande valenza naturalistica e elevate potenzialità di rinaturalizzazione spontanea e guidata: sono presenti la cannunccia palustre (Plantago lanceolata), la felce aquilina (Pteridium aquilinum), la inula viscosa (Inula viscosa), il geranio malvaccino (Geranium rotundifolium), il becco della Colomba (Geranium molle), l’orzo murino (Hordeum leporinum). Inoltre, nell’area industriale abbandonata e sulla scarpata ovest del laghetto si è formata una macchia di carattere mediterraneo dove sono presenti due fitocenosi prevalenti: una popolazione di pino d’Aleppo (Pinus halepensis) che cresce rigogliosa sui muri della fabbrica dismessa, mentre sulla sponda occidentale del lago si può osservare una comunità maggiormente mesofila dominata dall’alloro (Laurus nobilis), habitat prioritario 5230*.
All’interno dell’area sono presenti formazioni vegetali secondarie riferibili a habitat di interesse comunitario tipici degli ambienti rupestri, sebbe siano frammentari e occupini piccole superfici:
- habitat 6110* – formazioni erbose rupicole o basfile dell’Alysso – Sedion albi. Sui piani in cemento della costruzione abbandonata a ovest del lago si rinvengono propolazioni di Peverina annuale (Cerastium semidacandrum) e il sedano spagnolo (Sedum hispanicum);
- habitat 6220* – percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero – Brachypodietea. Sul pavimento della fabbrica è possibile trovare il trifoglio scabro (Trifolium scabrum) e la costolina annuale (Hypochoeris achyrophorus) riconducibili all’associazione Trifolio scabri – Hypochoerideutum achyrophori;
- habitat 5230* – matorral arborescenti di Laurus nobilis. Intorno al lago è presente la fotocenosi, anche se in maniera frammentaria, caratterizzata dalle specie di alloro (Laurus nobilis) e di fico comune (Ficus carica);
- habotat 9540 – pinete mediterranee di pini mesogini endemici. Sulle murature della fabbrica sono presenti popolazioni di pini d’Aleppo (Pinus halepnesis).
Nonostante la limitata estensione dell’area, inoltre, la comunità ornitica è ricca con più di 60 specie tra le quali: il pettirosso (Erithacus rubecula), il martin pescatore (Alcedo atthis) inserito nell’Allegato 1 della Direttiva Uccelli, il germano reale (Anas platyrhynchos) inserito nell’Allegato II/1, la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) inserita nell’Allegato II/1, il cormorano (Phalacrocorax carbo) e il gheppio (Falco tinnunculus).
La gestione del monumento, spiegano i Gre Lazio, è affidata all’Ente Regionale Roma Natura, che dovrà anche promuovere e realizzare interventi educatici, di conservazione e di valorizzazione, anche garantendo un’ampia partecipazione della cittadinanza nella gestione dello stesso Monumento Naturale, al fine di favorire la corretta fruizione dell’area, assicurando che gli interventi di valorizzazione vengano progettati ed eseguiti tenendo conto delle risorse ambientali presenti.