Strage Nassirya, il Sindacato Autonomo dei Militari in congedo delle FFAA e dei Corpi Militari Italiani (SI.A.MI.CO) replica alle dichiarazioni choc di Padre Zanotelli
Il Sindacato Autonomo dei Militari in congedo delle FFAA e dei Corpi Militari Italiani (SI.A.MI.CO), contesta e stigmatizza con estrema determinazione e durezza le dichiarazioni del Sacerdote, Sig. Alex Zanotelli- nelle cui parole non si riconosce la voce della Chiesa – sui Caduti di Nassirya e lo invita a rivolgere immediate, pubbliche e formali scuse , innanzitutto ai parenti delle vittime e poi alle Forze Armate Italiane, di cui facevano parte quei limpidi Eroi. Per SI.A.MI.CO. è inaccettabile che Padre Zanotelli affermi che i caduti di Nassirya non sono martiri ma soldati inviati per difendere con le armi il nostro petrolio.
Padre Zanotelli, come riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it), ha affermato che “quei militari non erano vittime. Quegli uomini non erano li’ per garantire la pace ma per difendere l’Eni. Questa e’ la verita’. Lo Stato dovrebbe smetterla di dire bugie. Erano parte di una guerra. Il resto sono assurde montature. Ricordo che il primo a chiedersi perche’ facessimo dei funerali di stato, visto che non erano martiri, fu monsignor Nogaro, anche lui perseguitato per le sue idee di pace…”.
“Per mitigare l’effetto perverso, dissacrante ed umiliante -soprattutto per i parenti dei caduti – delle affermazioni del sig. Zanotelli e per consentire che i fatti di Nassirya continuino a rappresentare – come allora lo sono stati – un momento particolare che ha riunito le coscienze ed i cuori di tutti gli italiani propongo, a nome del Sindacato che rappresento , che in deroga all’art. 1416 del codice dell’Ordinamento militare, sia concessa una Medaglia d’Oro al Valor Militare alle Bandiere dell’Arma dei Carabinieri e dell’Esercito in nome dei caduti di Nassirya. Ragazzi che non erano andati certo, in Irak per combattere una guerra ma s olo per fare bene quello per il quale erano stati mandati e nel quale avevano fermamente creduto: collaborare per costruire la pace, per restituire la vita normale ad un popolo che usciva da una feroce dittatura e da una guerra che aveva seminato odio, distruzione e morte, per essere vicini alla gente come punto di riferimento per tutti, sempre presenti , mai con la smania di protagonismo, semmai con pudore e riservatezza .Mi auguro che qualcuno, con potere di iniziativa legislativa voglia raccogliere concretamente-e non solo a parole- la nostra proposta!”. E’ quanto ha dichiarato il Gen,C.A.CC(c.a.) Serafino Liberati, Segretario Generale di SI.A.MI.CO.
“Quel 12 Novembre 2003, quando a Nassirya furono uccisi ,a seguito di un proditorio attacco alla base “Maestrale” dei carabinieri della MSU, sul fiume Eufrate, 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito Italiano e 2 Civili Italiani, ero Presidente del COCER Carabinieri e Comandante della Divisione Unità Specializzate dell’Arma.Il giorno successivo mi recai, con altri esponenti del Cocer Carabinieri ,assieme all’allora Comandante Generale Guido Bellini, a rendere omaggio alle vittime sul luogo dell’eccidio ed al rientro delle Salme in Patria, trascorsi, ininterrottamente, un giorno ed una notte presso la sala settoria dell’Istituto di Medicina Legale di Roma, per cercare, assieme a quei medici e ad alcuni miei dipendenti del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri, di identificare e ricomporre i corpi dei Caduti. Mentre fuori colleghi ed altri ragazzi del COCER, tentavano inutilmente di frenare le disperate lacrime dei Congiunti”, ha proseguito Liberati.
“Ho visto da vicino gli effetti di quel vile attacco , che mai potrò dimenticare, come mai potrò consentire, finché avrò vita, che venga, gratuitamente, offesa ed offuscata la memoria di quei purissimi Eroi”, ha concluso Liberati.