Tampon Tax: la battaglia sugli assorbenti va avanti


Che cos’è la Tampon Tax? Semplice: è una tassa che grava sui prezzi degli assorbenti, considerati come beni di lusso, e ora al centro della battaglia politica

Che cos'è la Tampon Tax? Semplice: è una tassa che grava sui prezzi degli assorbenti, considerati come beni di lusso, e ora al centro della battaglia politica

Che cos’è la Tampon TaxSemplice: è una tassa che grava sui prezzi degli assorbenti, considerati come beni di lusso. Tutti i prodotti che acquistiamo sono soggetti a questa tassa, che si chiama IVA (Imposta sul valore aggiunto).

Come ogni tassa, serve a prelevare una piccola quantità di ricchezza a ciascun cittadino per finanziare i servizi pubblici generali (ospedali, scuole, trasporti, radio e tv e molto altro). In Italia, quando un prodotto viene considerato un bene di lusso è tassato del 22% rispetto al suo prezzo originale. Questo significa che, per esempio, una bottiglia che costa 12,2 euro comprende un valore di 10 euro che riguarda le varie fasi di realizzazione e scambio (quindi che andranno al viticoltore, a chi ha prodotto le bottiglie di vetro, le etichette dell’azienda agricola, a chi ha trasportato e imbottigliato il vino, al commerciante che si occupa di venderlo nel suo negozio, ecc.). Oltre a questi 10 euro il consumatore, ovvero ogni cittadino, paga anche 2,2 euro che vanno nelle casse dello stato, che poi li reinveste in servizi per tutti i cittadini.

I beni di prima necessità sono tassati meno rispetto a quelli di lusso

In tutti i Paesi, compreso l’Italia, come spiega l’Agenzia Dire (www.dire.it) esiste un elenco di prodotti considerati di prima necessitàquelli fondamentali per poter sostenere una vita dignitosa. Questi prodotti sono tassati meno, così facendo il prezzo per acquistarli è un po’ più basso, così facendo più persone potranno permetterseli, anche quelle più povere.

Per tornare all’esempio della bottiglia vino da 12,2 euro, se l’IVA su questa bottiglia fosse del 4%, al momento dell’acquisto la pagheremmo 10,40 euro. Sembra una differenza irrilevante ma, due euro oggi, due euro dopodomani, nell’arco per esempio di un anno la cifra risparmiata complessivamente diventa significativa.

Sono considerati beni di prima necessità alcuni farmaci e prodotti alimentari come il pane il latte. Sono considerati beni di lusso ad esempio i computer, le tv, i “gratta e vinci” e le sigarette, oppure alimenti come alcoolici, biscotti, caffé e cioccolato. Un particolare curioso: i rasoi maschili sono considerati beni di prima necessità e sono tassati in quanto tali.

Chi dice che avere le mestruazioni è un lusso? 

Le donne lo sanno, gli uomini anche: avere il ciclo non è una scelta né tanto meno un lusso: di conseguenza gli assorbenti non sono un accessorio che le donne possono decidere se indossare o meno. Sono una necessità. Per ogni donna. Che si tratti di assorbenti o coppetta mestruale o qualsiasi altro sistema si scelga di usare, è fondamentale per la dignità di ogni donna acquistare e usare questi prodotti.

A prescindere dal loro tenore di vita e da quanto guadagnano. Soprattutto considerando che i tabù attorno alle mestruazioni sono ancora fortissimi nel nostro paese e in tutto il mondo: si evita questa parole, se ne parla in maniera vaga, si considera il sangue e il sanguinamento qualcosa di ripugnante e scandaloso. Quando invece fa parte dei nostri liquidi corporei al pari delle lacrime o della saliva.

Non solo: soprattutto le donne, ma spesso anche gli uomini che hanno una donna in famiglia o in ufficio (i papà, i mariti, i fidanzati, i colleghi) sanno che la quantità di assorbenti usati e acquistati è talvolta imponente.

Ma gli assorbenti inquinano! 

Una delle obiezioni che viene fatta all’uso degli assorbenti è che sono prodotti in plastica che inquinano, che sono trattati chimicamente e fanno male. Osservazioni giuste ma che non fanno i conti con la realtà dei fatti: molte persone non sono al corrente dei prodotti mestruali alternativi che sono in vendita, alcune donne non si sentono a loro agio nell’utilizzarli, altre semplicemente non vogliono. Ancora una volta è in gioco la libertà delle donne di poter scegliere e decidere autonomamente ciò che riguarda il proprio corpo. Senza dimenticare che anche le coppette mestruali sono tassate al 22%.

La situazione in Italia e negli altri Paesi 

Il problema è che nel nostro Paese gli assorbenti sono tassati al 22%, come i beni di lusso, il massimo previsto dal sistema fiscale italiano. Il motivo per cui si parla moltissimo di questo argomento in queste ore è che il parlamento ha bocciato la proposta di 32 deputate di maggioranza e opposizione (per questo si usa il termine ‘bipartisan’) di abbassare l’Iva sugli assorbenti.

Ciò avveniva proprio mentre la Germania, con uno storico voto del Bundestag, ha deciso di adeguarsi a ciò che hanno fatto negli ultimi anni la maggior parte dei paesi europei, e cioè abbattere la tassazione sui prodotti mestruali. Così come in Regno Unito, Spagna, Francia, Olanda, Belgio e Irlanda (che ha deciso di non applicare affatto sovrattasse ai prodotti) anche le donne tedesche acquisteranno assorbenti con un’imposta del 4%.

La proposta, presentata in commissione Finanze alla Camera prevedeva che l’IVA venisse portata dal 22% al 10% su tutti i “prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali. Questa battaglia politica era già stata avviata nel 2015 da Giuseppe Civati e Beatrice Brignone, ma all’epoca se ne parlò pochissimo e in molti casi con toni sarcastici del tipo “con tutti i problemi che abbiamo in Italia, figuriamoci se dobbiamo preoccuparci degli assorbenti”.

Dopo qualche anno la sensibilità sul tema dei diritti mestruali in Italia è leggermente aumentata, e la proposta sottoscritta da Laura Boldrini insieme a 32 deputate di Pd, Italia Viva, Forza Italia, Movimento 5 stelle e Liberi e Uguali, rappresenta un importante segnale, nonostante la strada da fare sia ancora tanta. Così come è positivo che, tra mille polemiche, questo tema sia ferocemente dibattuto in queste ore, finendo tra i trend topic e accendendo discussioni e confronti sui social network così come su tutti gli organi di informazione: radio, tv e giornali in testa.

La battaglia su questo tema non è solo una questione femminile ma di tutti perché ha a che fare con la dignità degli individui e quindi con la qualità delle nostre democrazie. Oltre a coinvolgere economicamente tutti coloro che hanno nella loro vita delle donne cui tengono (amiche, fidanzate, madri, sorelle, ecc).