Il seme maschile è un possibile marker dello stile di vita: attraverso lo spermiogramma si può valutare lo stato di salute dell’uomo
8 italiani su 10 non si sono mai sottoposti a una visita dall’urologo, in un Paese che vede 25 milioni di uomini sopra i 15 anni. Pigrizia, vergogna, pudore fanno della salute un grande tabù. Nella Giornata Internazionale del Maschio, celebrata oggi dall’Unesco, durante il convegno AndroDay in corso a Roma, Fondazione PRO lancia “Semi di salute”, la prima campagna nazionale di prevenzione per l’uomo.
“Partirà a gennaio 2020 e sarà un’importante operazione di sensibilizzazione sul benessere al maschile – spiega Vincenzo Mirone, Presidente di Fondazione PRO, Professore Ordinario di Urologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia | Università degli Studi di Napoli Federico II -. Il seme maschile è un possibile marker dello stile di vita. Useremo lo spermiogramma, insieme a visite gratuite ed altri esami di screening, per valutare lo stato di salute dell’adolescente, del ragazzo, dell’uomo e dell’anziano. Il progetto vedrà 220 eventi fino a giugno e sarà attivo in ogni regione italiana. Testimonial d’eccezione sarà Carlo Verdone. Centreremo l’attenzione sui comportamenti scorretti (sedentarietà, alimentazione, fumo e alcool), forniremo precise indicazioni su come correggerli e suggeriremo controlli periodici. Utilizzeremo l’unità mobile o lo stand di Fondazione PRO dove gli urologi distribuiranno materiale informativo su fertilità, sessualità/disfunzione erettile, spermiogramma, ipertrofia prostatica benigna e tumori urologici. Sarà anche offerta l’opportunità di un percorso privilegiato per visite mediche presso strutture pubbliche e di indagini di screening a condizioni vantaggiose. Dobbiamo intervenire sulla maleducazione del maschio e creare la consapevolezza che ogni fascia d’età ha il suo tema e la sua prevenzione”.
“La tutela della salute dei cittadini e l’adozione di stili di vita sani passano anche dalla capacità di ricostruire il legame profondo tra i prodotti dell’agricoltura e il cibo che portiamo in tavola ogni giorno – ricorda il Presidente Nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini –. È per questo che siamo impegnati nel progetto Educazione alla Campagna Amica, nelle scuole e non solo, con l’obiettivo di formare consumatori consapevoli sui principi della corretta alimentazione e della stagionalità dei prodotti. In questo modo è possibile fermare il consumo del cibo spazzatura e valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea, riconosciuta come vero e proprio elisir di lunga vita. In tale ottica siamo pertanto davvero lieti che Fondazione PRO avvii una larga operazione culturale di educazione degli uomini italiani che parta dalla qualità del cibo, ma anche dell’ambiente in cui viviamo”.
Un contesto sano ha infatti un ruolo protettivo di grande peso per la salute. Le ultime ricerche epidemiologiche hanno confermato una correlazione diretta fra condizioni ambientali e benessere del proprio corpo, in particolare per quanto riguarda la fertilità e l’esposizione ad agenti cancerogeni. “Studi recenti – annuncia il Prof. Mirone – supportano l’ipotesi dell’impiego dell’esame del liquido seminale come marcatore biologico, più affidabile rispetto a sangue ed urina, per valutare lo stato di esposizione ambientale ad agenti tossici. Lo spermiogramma, oggi confinato nel contesto della salute riproduttiva, sarà invece promosso per la prevenzione delle malattie dell’apparato riproduttivo e soprattutto come esame “sentinella”, possibile marcatore di un corretto stile di vita e di una sana esposizione ambientale. Negli uomini con malattie endocrine, circolatorie, genitourinarie e della pelle, si osservano tassi di anomalie dello sperma significativamente più alti e con analisi anormali dello sperma si ha un’incidenza di cancro ai testicoli 20 volte maggiore. Associazioni simili sono state rilevate per il tumore del colon-retto, il melanoma e il cancro alla prostata. Vi è inoltre una correlazione diretta e dimostrata sulla qualità del liquido seminale e il consumo di fumo di sigaretta o di droghe leggere. In questi casi vi è infatti un aumento dello stato ossidativo, ovvero dell’inquinamento che avviene all’interno dell’organismo. Ad incidere negativamente sulla produzione di spermatozoi è anche il forte consumo di grassi (attenzione ai fritti) e zuccheri (attenzione all’abuso di bevande gassate, soprattutto contenenti cola). Infine il consumo cronico di alcool aumenta il rischio di riduzione degli ormoni sessuali maschili e conduce a un impoverimento della linea seminale. Per la salute riproduttiva maschile, i fattori di rischio, oltre al consumo di alcol e al fumo di sigaretta, sono il sovrappeso e la sedentarietà. Riduzione di testosterone e difetti dello sperma, osservate in numerosi studi scientifici, sono inoltre legate allo stress, al tempo di occupazione settimanale e alla postura sul posto di lavoro”.
Esistono diversi modi di fare prevenzione e tra questi certamente non può mancare l’osservanza di una corretta alimentazione, elemento cardine di una vita sana e tema della seconda edizione del convegno AndroDay che vede riuniti a Roma esperti provenienti da tutta Italia. “Numerosi studi dimostrano quanto sia importante un sano e corretto stile di vita anche per la prevenzione della sindrome metabolica (associazione di ipertensione, intolleranza al glucosio, dislipidemia, obesità) che a sua volta si collega strettamente al possibile sviluppo di numerose patologie, oncologiche e non. Comune denominatore sembra essere un abbassamento dei livelli circolanti di testosterone – dichiara il Prof. Mirone -. Da ciò deriva una predisposizione allo sviluppo di malattie di grande interesse per il sesso maschile quali il deficit erettile, l’infertilità, l’iperplasia benigna della prostata ed il tumore della prostata”.
Forte correlazione con comportamenti corretti e sana esposizione ambientale vi è anche per altre patologie maschili. “L’ipertrofia prostatica benigna – conclude il Prof. Mirone – è una malattia che affligge oltre il 50% degli uomini sopra i 60 anni e consiste nell’ingrossamento benigno della ghiandola, con conseguenti difficoltà nell’urinare che di solito producono un sensibile impatto sulla qualità della vita. Il cancro della prostata invece rappresenta il tumore più frequente nei maschi dopo i 50 anni, con numeri molto simili a quelli del tumore della mammella (36.000 nuove diagnosi ogni anno, con circa 7.000 morti)”.