HIV, scoperto un nuovo sottotipo del virus. La casa farmaceutica Abbott, autrice della scoperta, sta rendendo accessibile questo nuovo ceppo alla comunità scientifica
Abbott ha annunciato che un team di suoi scienziati ha identificato un nuovo sottotipo del virus dell’immunodeficienza umana (HIV), denominato HIV-1 Gruppo M, sottotipo L. I risultati, pubblicati sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes (JAIDS), dimostrano il ruolo del sequenziamento genetico di nuova generazione nell’aiutare i ricercatori a restare un passo avanti rispetto alle mutazioni del virus e nell’evitare nuove pandemie.
Dall’inizio della pandemia globale di AIDS, 75 milioni di persone sono state contagiate dall’HIV e attualmente 37,9 milioni di persone convivono con il virus. Grazie al lavoro svolto dalla comunità scientifica mondiale nel corso degli ultimi decenni, l’obiettivo di porre fine alla pandemia dell’HIV sta diventando realizzabile. Tuttavia, i ricercatori devono restare vigili nel monitorare la possibile insorgenza di nuovi ceppi, per fare in modo che test e trattamenti continuino a essere efficaci. “In un mondo sempre più connesso, non possiamo più pensare che i virus possano essere contenuti in un singolo territorio”, ha dichiarato una degli autori dello studio, Carole McArthur, professore della University of Missouri, Kansas City. “Questa scoperta ci ricorda che, per porre fine alla pandemia dell’HIV, dobbiamo continuare a giocare d’anticipo con questo virus in continua trasformazione e utilizzare gli ultimi progressi della tecnologia per monitorarne l’evoluzione”.
È la prima volta che viene identificato un nuovo sottotipo di virus HIV “Gruppo M” da quando, nel 2000, sono state stabilite le linee guida per la classificazione di nuovi ceppi di HIV. I virus del gruppo M sono responsabili della pandemia globale, la cui origine può essere fatta risalire alla Repubblica Democratica del Congo (RDC), nell’Africa subsahariana. Per determinare se un virus insolito è in realtà un nuovo sottotipo di HIV, tre casi devono essere rilevati in modo indipendente. I primi due campioni di questo sottotipo sono stati scoperti nella Repubblica Democratica del Congo negli anni ‘80 e ‘90. Il terzo, raccolto nel 2001, era difficile da sequenziare in quel momento, a causa della esigua quantità di virus presente nel campione e dei limiti della tecnologia esistente.
Oggi, le tecnologie di sequenziamento di ultima generazione consentono ai ricercatori di ricostruire un intero genoma virale molto più rapidamente e a costi inferiori. Per poter utilizzare questa tecnologia, i ricercatori di Abbott hanno sviluppato e applicato nuove tecniche per mirare specificamente alla porzione di virus del campione, al fine di sequenziare interamente, e quindi completare, il genoma. “Identificare nuovi virus come questo è come cercare un ago in un pagliaio”, ha affermato Mary Rodgers, PhD, uno dei principali scienziati e responsabile del Global Viral Surveillance Program, Diagnostics di Abbott nonché tra gli autori dello studio. “Sviluppando le nostre tecniche e utilizzando tecnologie di sequenziamento di ultima generazione, stiamo estraendo l’ago con un magnete. Questa scoperta scientifica può aiutarci a fare in modo di bloccare sul nascere eventuali nuove pandemie”.