Soffio al cuore: nei casi più importanti di valvulopatia e nei pazienti sintomatici (mancanza di fiato, palpitazioni, facile affaticamento, capogiri) ecco come si interviene
Il termine soffio al cuore (o soffio cardiaco) viene utilizzato per descrivere una condizione anomala in cui il flusso del sangue, sospinto dalla contrazione del muscolo cardiaco perde il suo caratteristico flusso laminare ed acquista un anomalo flusso “turbolento”.
Ciò crea una sorta di leggerissimo sibilo simile a quel lieve fruscio generato dall’aria mentre fluisce attraverso una sottile fenditura definito per l’appunto “soffio”. Il medico durante l’esame obiettivo, auscultando il battito cardiaco con lo stetoscopio, non percepisce nel soggetto sano alcun soffio al cuore.
Le cause
Esistono una serie infinita di situazioni che possono generare il soffio al cuore, come spiegano gli specialisti dell’Ospedale Niguarda. Si tratta in alcuni casi di condizioni fisiologiche che non causano problemi al paziente, altre al contrario sono patologiche e richiedono una attenta valutazione clinica strumentale. Un esempio di soffio fisiologico è quanto avviene nel bambino ed è legato a una condizione di iperattività cardiaca.
In genere questi soffi regrediscono con la crescita. Altri sono temporanei e secondari a cause che impongono un incremento dell’attività cardiaca (stato ipercinetico), scomparendo quando cessano le condizioni che li hanno generati (stress eccessivo, anemia, febbre, gravidanza ecc.).
I soffi patologici sono invece provocati da alterazioni morfologiche (cioè della struttura) e funzionali (cioè della funzione) delle valvole cardiache o alla presenza di passaggi anomali tra le varie camere cardiache (difetti interventricolari, interatriali).
Come individuarlo e le terapie
Un attento esame auscultatorio del cuore permette in maniera molto semplice di escludere la quasi totalità di patologie valvolari. In caso di reperimento di soffi è indicato tuttavia un controllo ecocardiografico con metodica color doppler.
La presenza di soffi cardiaci non è necessariamente espressione di malattia e di necessità di cura: per esempio minime incontinenze delle valvole sono comunemente descritte all’indagine ecocardiografica senza che ciò costituisca tuttavia indicazione a particolari approfondimenti o cure mediche. Altre volte il soffio cardiaco risulta generato da vizi valvolari di lieve entità per i quali sono indicati esclusivamente controlli periodici ad intervalli prescritti dal cardiologo di riferimento. Nei casi più importanti di valvulopatia e nei pazienti sintomatici (mancanza di fiato, palpitazioni, facile affaticamento, capogiri) bisognerà ricorrere alle cure mediche e/o chirurgiche.