L’uso cronico di oppioidi può interferire con il sonno riducendone l’efficienza e aumentando il rischio di respirazione disordinata
I pazienti e gli operatori sanitari devono essere consapevoli del fatto che l’uso cronico di oppioidi può interferire con il sonno riducendone l’efficienza e aumentando il rischio di respirazione disordinata. E’ quanto emerge da una dichiarazione dell’Academy of Sleep Medicine pubblicata sulla propria rivista.
L’uso di oppiacei è esploso nell’ultimo decennio, con quasi 92 milioni di americani che utilizzano oppiacei da prescrizione e 11,5 milioni di persone che ne fanno un uso improprio. Oltre a comprendere i rischi di dipendenza e abuso di oppiacei, è importante per gli operatori sanitari essere consapevoli che l’uso cronico di oppiacei è associato a cambiamenti nell’architettura del sonno e ad un aumento del rischio di depressione respiratoria durante il sonno.
“Questa dichiarazione aumenta la consapevolezza tra i fornitori di assistenza sanitaria degli importanti eventi avversi che possono verificarsi nei pazienti in terapia cronica con oppioidi,” ha detto il co-autore Dr. R. Nisha Aurora, professore associato di medicina presso la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School in New Jersey. “Il documento evidenzia anche la necessità per il personale medico di riconoscere e diagnosticare disturbi respiratori legati al sonno che sono spesso ossrvati con l’uso cronico di oppioidi”.
La presa di posizione è stata sviluppata dal consiglio di amministrazione dell’AASM ed è pubblicata nel numero del 15 novembre del Journal of Clinical Sleep Medicine.
I pazienti che soffrono di dolore cronico spesso sperimentano affaticamento e disturbi del sonno. Gli studi hanno dimostrato che la terapia cronica con oppioidi ha il potenziale per interrompere ulteriormente il sonno riducendone l’efficienza, rallentare le onde del sonno e il sonno REM.
Un altro effetto negativo dell’uso di oppioidi è la depressione respiratoria, che può aumentare il rischio di disturbi respiratori legati al sonno come l’ipoventilazione legata al sonno, l’apnea centrale del sonno e l’apnea ostruttiva del sonno.
Se non trattati, i disturbi respiratori legati al sonno possono essere dannosi per la salute del paziente. Tuttavia, possono essere diagnosticati da un medico dopo uno studio sul sonno notturno in un centro del sonno. Sono disponibili anche trattamenti efficaci, comprese diverse modalità di terapia di pressione positiva delle vie aeree. Gli operatori sanitari che si prendono cura dei pazienti in terapia cronica con oppioidi devono essere consapevoli dei segni di disturbi del sonno, come il russare e l’eccessiva sonnolenza diurna, al fine di fornire ai loro pazienti un’assistenza di alta qualità.
“A causa del complesso rapporto tra dolore, sonno, funzionamento diurno e terapia con oppioidi, è necessaria una forte collaborazione tra specialisti del dolore, medici del sonno e fornitori di cure primarie per ottimizzare i benefici per il paziente e ridurre al minimo le complicazioni quando gli oppioidi fanno parte della terapia cronica”, ha detto il dottor Aurora.
Mentre la terapia con oppioidi può contribuire a innescare o accentuare disturbi del sonno, può essere un trattamento efficace per i pazienti con sindrome delle gambe senza riposo (RLS). Alcuni pazienti con RLS severa e refrattaria, che non rispondono o sono intolleranti ad altre terapie, possono trovare sollievo usando farmaci oppiacei a dosi molto più basse rispetto a quelle usati per trattare il dolore cronico. Il Dr. Aurora sta attualmente collaborando con il Brain Health Institute di Rutgers per studiare il sonno in coloro che cercano una terapia per la dipendenza da oppioidi.