Unicredit ha annunciato che nel piano 2020-2023 sono previsti ottomila esuberi. Il Ministro Catalfo: “Interverremo, nostro obiettivo è prevenire in qualche modo le crisi”
Unicredit ha annunciato che nel piano 2020-2023 sono previsti ottomila esuberi. Sono circa 500 gli sportelli che dovrebbero chiudere.
“Vedremo di capire cosa sta avvenendo e di intervenire nel caso ci dovessero essere degli esuberi”, ha detto la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, intervenendo a Napoli, a margine del kick-off di formazione per i navigator della Campania, sugli 8mila licenziamenti annunciati da Unicredit.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato Catalfo come riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it) – non è intervenire in emergenza, ma prevenire in qualche modo le crisi. Ad esempio, attraverso un osservatorio sul mercato del lavoro che inizia a studiare quali sono i settori in Italia nei quali si investe e quali sono i settori in sofferenza, anticipando così le crisi. Questo è il nostro percorso da portare avanti a medio termine”.
Il fronte Navigator in Campania
“Oggi inizia il percorso dei navigator campani che fanno parte della fase due del reddito di cittadinanza, una fase di accompagnamento all’inserimento lavorativo per i beneficiari. Fa parte del grande investimento per le politiche attive del lavoro che noi abbiamo messo in atto con la soluzione del navigator e con nuovi operatori per i centri dell’impiego. Saranno 11600 fino al 2021″. Così la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, aprendo la giornata di formazione per i navigator della Campania nella Stazione marittima di Napoli.
Si tratta del percorso analogo compiuto dai navigator di Cagliari, Palermo e Roma. Al kick-off partecipano gli oltre 400 navigator che hanno appena firmato il contratto con Anpal Servizi dopo un braccio di ferro durato diversi mesi con la Regione Campania.
Ai nuovi navigator, la ministra ha augurato di far parte “di un grande progetto che rappresenta parte della rivoluzione per le politiche attive del lavoro in Italia. I beneficiari di reddito – ha sottolineato – hanno un percorso da fare che è il Patto per il lavoro e il Patto per l’inclusione, senza dimenticare il Patto per la formazione. Bisogna rendere le persone abili e occupabili per permettergli di entrare o rientrare nel mondo del lavoro”.