Roma, la statua di Pasquino parla ancora e simpatizza per le sardine: parla l’ultimo erede della famiglia di poeti ribelli e agitatori di popolo
C’era una volta la statua parlante del Pasquino. E c’è ancora. Per secoli, dal ‘500 in poi, l’enigmatico busto di marmo senza testa, collocato all’angolo posteriore di palazzo Braschi a due passi da piazza Navona, ha rappresentato il malcontento dei romani nei confronti del potere, dando voce al popolo oppresso attraverso satire in versi, le cosiddette pasquinate.
Oggi, al tempo di internet e dei social network, in un momento della storia in cui è davvero facile comunicare virtualmente con i governanti, la statua di Pasquino parla ancora. Con un unica differenza rispetto al passato: se, infatti, fino al secolo scorso l’autore materiale dei versi restava un personaggio misterioso, per evitare di finire senza testa come la statua parlante di cui si faceva portavoce, oggi quella persona ha un nome e un viso noto, seppur poco conosciuto. Chi si cela, dunque, dietro al Pasquino del 2019?
Il mistero è stato svelato poco tempo fa. Il continuatore della tradizione, l’ultimo erede di una famiglia di poeti ribelli e agitatori di popolo che ha attraversato i secoli, è l’ottantenne Guido Palma, romano de’ Roma, padre partigiano e madre ebrea. L’identikit perfetto di chi per professione deve schernire gli oppressori e i nemici.
L’agenzia Dire (www.dire.it), lo ha incontrato ed intervistato. “Più che un Pasquino mi definisco un pasquinante- ci ha raccontato recentemente, in occasione del rifacimento di piazza Pasquino- Un pasquinante del secolo scorso visto che sono nato nel periodo delle sanzioni e cresciuto durante un periodo molto brutto della nostra storia, quando la città era occupata dai tedeschi e Roma era una città aperta”.
“Papà era nella Resistenza e mia madre era ebrea- ha spiegato l’attuale volto di Pasquino- non vi dico nient’altro. Da allora i prepotenti non li ho mai potuti sopportare ed ancora oggi continuo a divertirmi a sfottere il potere. Che in Italia non è nemmeno un potere, ma lo definirei ‘poteracchio’”.
L’ultima pasquinata di Guido Palma prende di mira la Lega di Matteo Salvini e sembra un vero atto di amore per il movimento delle Sardine, scritta in occasione della fiera Più libri più liberi alla Nuvola. Recita così: “Più libri per tutti, leghisti sconfitti, con i loro rutti, ci vogliono sitti. Fan solo rovine? Siam tutti Sardine!”. E poi “Sardina è pesce che vola alto”. Versi destinati forse a restare famosi come la pasquinata più nota della storia della satirica statua parlante: “Quello che non fecero i barbari a Roma lo hanno fatto i Barberini”.