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Riforma Giustizia: mediazione civile da difendere

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La mediazione civile va difesa e potenziata: lo afferma Giovanni Pecoraro, presidente dell’ANPAR, Associazione Nazionale dell’arbitrato e la Conciliazione

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Potenziare la Mediazione Civile obbligatoria – una delle poche Leggi  buone in grado di aiutare  i cittadini a risolvere pacificamente l’insorgere di controversie, “questa deve essere una delle priorità di questo Ministro e di questo Governo”,  è quanto affermato dal giurista d’impresa, dott. Giovanni Pecoraro – presidente dell’ANPAR, Associazione Nazionale  dell’arbitrato e la Conciliazione dal 1995.  La mediazione civile, come regolata dal d.lgs 28/2010, strumento ormai largamente affermato quale realistica alternativa alla risoluzione giudiziale delle controversie, che ha consentito, in particolare a giovani professionisti, attraverso una formazione continua di intraprendere una professione, che nel tempo, consolidandosi di più, ha dato ampie e soddisfacenti aspettative, Se, però queste aspettative – continua Pecoraro – dovessero venir meno, la maggior parte dei  Professionisti mediatori,  sono pronti pronti a chiedere il reddito di cittadinanza e a cancellrsi dalle rispettiva casse di previdenza degli Ordini professionali di appartenenza.  I Dati ISTAT, dicono inconfutabilmente che la mediazione civile è stata in grado in poco più di 5 anni dalla sua entrata in vigore, a deflazionare  il carico giudiziale e allora  ci si chiede, perchè nelle misure di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile e nell’atto di indirizzo politico-istituzionale per l’anno 2020 del Ministero della Giustizia,  si dice di tutto tranne che della mediazione civile e commerciale?

Eppure, il Ministro nel richiamato atto d’indirizzo  dice che “In una prospettiva di opportuna evoluzione delle precedenti linee programmatiche, nel corso del 2020 questa Amministrazione tenderà ad un’implementazione dell’efficienza del sistema giudiziario e amministrativo, in vista di un progressivo maggiore e migliore soddisfacimento delle esigenze del cittadino che si rivolge alla giustizia”. Caro Ministro – dice ancora Pecoraro – non ci potrà mai essere “un maggiore e migliore soddisfacimento delle esigenze del cittadino” se, come sembra di capire intende privilegiare la normativa della negoziazione assistita (fallita fin dal suo nascere)  a discapito della mediazione  emanata a seguito di una Direttiva dell’U.E. e che tanto bene sta facendo alla Giustizia.

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