I conservatori di Boris Johnson trionfano alle elezioni nel Regno Unito e hanno la maggioranza assoluta: Brexit a gennaio e Scozia a rischio
Brexit dietro l’angolo, già a fine gennaio, crisi laburista e nuovi venti indipendentisti che soffiano dalla Scozia: queste le conseguenze immaginate da gran parte degli analisti dopo la conquista da parte dei conservatori di Boris Johnson della maggioranza assoluta nel parlamento britannico. Sulla base delle stime della Bbc diffuse dopo i primi risultati, ai Tories andranno 364 seggi, ai laburisti 203, ai nazionalisti scozzesi 48 e ai liberal-democratici 12. Se questi numeri fossero confermati, i conservatori avrebbero la maggioranza assoluta con un margine di 78 deputati, un record.
Nella notte, spiega l’Agenzia Dire (www.dire.it), Johnson ha confermato che, restando alla guida del governo, rispetterà lo slogan “Get Brexit Done”, portando il Regno Unito fuori dall’Ue entro fine gennaio. Il voto, d’altra parte, ha travolto Jeremy Corbyn. I suoi laburisti hanno ottenuto il risultato peggiore dal 1935. Positivo infine il bilancio per lo Scottish National Party, che ha conquistato quasi tutti i seggi in palio a nord del Vallo di Adriano.
La premier di Scozia, Nicola Sturgeon, ha detto di “un messaggio molto chiaro”: la tesi è che Johnson non ha un mandato per portare la Scozia fuori dalla Ue e che gli elettori hanno espresso “un forte sostegno” a un nuovo referendum sull’indipendenza.
“Mi congratulo con Boris Johnson e mi aspetto che il Parlamento britannico ratifichi il prima possibile l’accordo” negoziato sulla Brexit, ha detto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. L’Unione europea “è pronta a discutere gli aspetti operativi” delle relazioni future, ha aggiunto, spiegando che i leader avranno una discussione sulla Brexit oggi.
Intanto la sterlina vola sui mercati valutari nel cambio con il dollaro e l’euro dopo: la valuta inglese passa di mano a 1,3446 sul dollaro (+2,1%) e a 0,8303 sull’euro (+1,8%). La moneta unica è scambiata invece in avvio di giornata senza sensibili variazioni sul dollaro.