Impeachment per Trump approvato dalla Camera, ora la palla passa al Senato dove i Repubblicani hanno la maggioranza. Due i capi di imputazione
“Trump ha violato la Costituzione e abusato dei suoi poteri per ottenere benefici politici personali. Nessuno è al di sopra della legge”: il presidente degli Stati Uniti è finito così in stato di accusa, il cosiddetto impeachment. La Camera ha approvato la richiesta per due capi di imputazione. “Un’aggressione”, l’ha definita Donald Trump. “Terribili menzogne della Sinistra radicale”, ha tuonato il presidente, via Twitter. “È un’aggressione all’America e al partito Repubblicano”.
“Nessuno è al di sopra della legge, signor Presidente”, gli ricorda la deputata dem Nancy Pelosi, speaker della camera dei Rappresentanti come riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it).
Dall’Italia, invece, arriva la solidarietà del leader del Carroccio Matteo Salvini.
“Mio totale sostegno al presidente Trump, che sta ottenendo risultati eccezionali per l’economia americana, contro il quale la sinistra ha montato una vergognosa campagna giudiziaria e mediatica”. Lo scrive su twitter Matteo Salvini, commentando il via libera all’impeachment votato dalla Camera dei rappresentanti Usa nei confronti del presidente americano Donald Trump.
L’IMPEACHMENT
Abuso di potere e ostruzione al Congresso. Sono questi i due capi d’accusa contro il presidente Trump che ieri sera la Camera dei Rappresentanti ha votato aprendo formalmente il processo di impeachment, la messa in stato d’accusa del 45º presidente degli Stati Uniti. Con 230 voti a favore del primo articolo e 229 del secondo, il presidente è stato formalmente accusato. Tre democratici si sono schierati con il partito repubblicano che compatto ha votato no, dopo un dibattito lungo e che solo a sera ha portato al processo di voto. Trump diventa formalmente il terzo presidente degli Usa a subire una procedura di impeachment, dopo Andrew Jackson e Bill Clinton. Richard Nixon sfuggì al voto poiché si dimise in anticipo.
In serata, mentre la Camera votava, Trump si è recato per un comizio in Michigan, uno degli Stati in bilico per le prossime elezioni, e durante il discorso ha usato costantemente il noi, ingaggiando nella battaglia contro l’impeachment anche i suoi elettori. “Non sembra davvero che veniamo messi sotto accusa”, ha detto Trump, sostenendo che stava vincendo una guerra politica: “Non abbiamo fatto niente di male. Abbiamo un enorme sostegno nel Partito repubblicano, come non ne abbiamo mai avuto prima”. Il lungo dibattito iniziato la mattina e terminato la sera ha mostrato una nazione sempre più divisa, dove ciascuno dei partiti rivendica proprie fonti di informazioni e una lettura dei fatti che rende impossibile un dibattito sereno sulla condotta presidenziale e questo mentre i sondaggi mostrano che il Paese non vuole la rimozione del presidente.
Ora il processo passa al Senato, dove si prevedono tempi più brevi nel giudizio, poiché la Camera è controllata dai repubblicani e il loro portavoce ha già fatto intendere che non saranno chiamati testimoni, impedendo in questo modo ai funzionari che non si sono presentati alle udienze della Camera dei rappresentanti di raccontare la loro versione dei fatti.