Piccole Donne di Greta Gerwig arriva al cinema dal 9 gennaio 2020. Sul grande schermo il trionfo del femminile: ecco la recensione
A due anni di distanza da Lady Bird, Greta Gerwig torna dietro la macchina da presa per Piccole Donne. Al cinema dal 9 gennaio 2020 la regista riporta al cinema l’intramontabile e sempre attuale romanzo di Louisa May Alcott, pubblicato dopo la metà dell’800 con il titolo Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy. La scrittrice e regista ha realizzato il film basandosi sia sul romanzo della Alcott sia sui suoi scritti, ripercorrendo, avanti e indietro nel tempo, la vita dell’alter ego dell’autrice, Jo March, che nel film è interpretata dal grande talento di Saoirse Ronan.
Non è la prima volta che l’attrice e la Gerwig danno voce all’emancipazione e alla libertà delle donne. Lo hanno fatto, ricorda l’agenzia Dire Giovani (www.diregiovani.it) nel 2017 con il pluripremiato ‘Lady Bird’: un ritratto della formazione femminile, non sempre facile e non sempre politicamente corretta, di un’ adolescente ribelle, dal carattere forte e dall’ambizione senza freni. Sulla scia delle reunion, sul set di Little Woman, la Gerwig ha chiamato anche Timothée Chalamet, nel ruolo del giovane e ricco Laurie, che abbiamo visto in Lady Bird nei panni di Kyle Scheible. Che la regista faccia delle scelte azzeccate non ci sono dubbi.
Ma torniamo alle amate sorelle March: Jo, interpretata dalla Ronan, Meg, interpretata da Emma Watson, Amy, interpretata da Florence Pugh, e Beth, interpretata da Eliza Scanlen. Siamo nel periodo successivo alla guerra di secessione americana e per le donne non c’è molto spazio: un’epoca in cui la protagonista di un libro deve essere essere sposata e se non lo è deve essere morta, in cui maschi e femmine non possono frequentare la stessa scuola e in cui zia March, frequentata da una strepitosa Meryl Streep, ritiene che una donna abbia pochi modi di farsi strada da sola: o si sposa o gestisce un bordello. Ad incoraggiare, invece, l’emancipazione femminile è la tenera e paciosa madre delle sorelle March, interpretata da Laura Dern, che nel film non perde occasione per ripetere alle sue figlie “le ragazze devono farsi delle opinioni e conoscere il mondo”. Una mamma forte che lascia alle proprie “piccole donne” la libertà di fare le proprie scelte. Chi più di tutte ha fatto proprio il consiglio di mamma March è Jo: bella, sognante, ribelle, una che non scende a compromessi e non ha paura di essere un po’ goffa e un po’ un maschiaccio. Il suo sogno è quello di fare la scrittrice, ma deve fare i conti con una società retrograda che non ama i personaggi femminili emancipati. Nell’universo maschile di quell’epoca uno che si discosta dalla misoginia e dal pensare che le donne siano minori rispetto agli uomini c’è: è il critico letterario Friedrich Bhaer, interpretato da Louis Garrel, che si innamora perdutamente di Jo. Lui riesce ad amare senza paura una giovane donna libera con tutti i suoi pregi e difetti.
La Gerwig con Piccole Donne porta sul grande schermo un film elegante e di grande ispirazione in cui tutto è ben orchestrato: dalla musica ai costumi e dalla sceneggiatura al cast. Questo film è anche un inno alla libertà, alla forza, alla fierezza, al coraggio e alla bellezza – che va oltre l’aspetto esteriore – delle donne rivolto a tutti coloro che hanno voglia di assaporare le meraviglie dell’universo femminile.