Costi occulti applicati dai gestori sulle ricariche telefoniche: l’Agcom diffida le compagnie dopo l’esposto presentato dalle associazioni dei consumatori
Sempre sul fronte dei costi delle ricariche telefoniche, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso il procedimento aperto grazie alla segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, ottenendo dalla Tim la rimozione dei profili di possibile scorrettezza relativamente alle offerte denominate Ricarica+, le stesse per le quali l’Autorità delle Comunicazioni, il 16 dicembre, con la delibera n. 498/19/CONS ha diffidato la Tim al rispetto della legge 2 aprile 2007, n. 40.
L’associazione di consumatori aveva presentato fin dal mese di giugno un esposto contro la Tim, per Ricarica+. Ora l’Antitrust ha chiuso il procedimento, ottenendo dall’operatore le modifiche al sito internet e la riorganizzazione dei contenuti informativi.
“Una vittoria importante per i consumatori. Ora le compagnie telefoniche non potranno più far rientrare dalla finestra, sotto forma di offerte, i costi di ricarica che la prima lenzuolata Bersani aveva esplicitamente escluso, vietando l’applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Il problema era sorto per le offerte Ricarica 5+ e Ricarica 10+ con le quali i clienti TIM, a fronte del pagamento di 5 e 10 euro, ricevevano rispettivamente solo 4 e 9 euro di credito, in cambio di minuti e giga illimitati per la durata di 24 ore.
“Peccato che molti consumatori ci hanno segnalato di aver aderito inconsapevolmente a queste offerte. Ora l’Antitrust ha posto fine a questa pratica commerciale” conclude Dona.