Olaparib è stato approvato negli Stati Uniti per il trattamento di mantenimento di pazienti adulti affetti da adenocarcinoma pancreatico metastatico con mutazioni di uno dei due geni BRCA
Olaparib è stato approvato negli Stati Uniti per il trattamento di mantenimento di pazienti adulti affetti da adenocarcinoma pancreatico metastatico con mutazioni di uno dei due geni BRCA, la cui malattia non è progredita per almeno 16 settimane dopo un regime chemioterapico di prima linea a base di platino. I pazienti eligibili al trattamento saranno selezionati sulla base di una diagnostica di accompagnamento approvata dalla Fda.
Il farmaco è ora l’unico farmaco approvato nei pazienti con cancro al pancreas avanzato selezionati con biomarcatore. Nel 2014, olaparib è stato il primo PARP inibitore ad essere messo in commercio avendo ricevuto l’indicazione per il cancro alle ovaie cui è segiota quella nel tumore della mammella BRCA positivo ed HER2 negativo. Attualmente, il farmaco è approvato in 65 Paesi e finora a livello mondiale è stato utilizzato da 25mila pazienti.
L’approvazione odierna segue la raccomandazione dell’Us Fda Oncologic Drugs Advisory Committee del 17 dicembre per olaparib in questa indicazione, e si è stata basata sui risultati dello studio POLO di Fase III pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato all’American Society of Clinical Oncology Annual Meeting del 2019.
I risultati hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente significativo della sopravvivenza libera da progressione, dove olaparib ha quasi raddoppiato il tempo in cui i pazienti con tumore pancreatico metastatico gBRCAm hanno vissuto senza progressione di malattia o morte fino a una mediana di 7,4 mesi contro i 3,8 mesi del placebo, con una riduzione del 47%.
“L’attuale standard di terapia nella malattia metastatica offre una mediana di sopravvivenza libera da progressione di malattia di soli 6 mesi – aveva spiegato al momento della pubblicazione del trial Giampaolo Tortora, Ordinario di Oncologia Medica all’Università Cattolica di Roma, direttore del Comprehensive Cancer della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e coautore dello studio POLO -. Fino a oggi, nessun trattamento di mantenimento nel tumore del pancreas aveva migliorato la sopravvivenza libera da progressione. POLO è quindi il primo studio che, nei tumori del pancreas, stabilisce un vantaggio con un nuovo farmaco biologico sulla base di una mutazione genetica-molecolare. Inoltre, si stanno, studiando altre alterazioni molecolari in piccoli sottogruppi di pazienti. Si apre così, finalmente anche in questa malattia, una strada già percorsa con successo in altri tipi di neoplasie come quelle del polmone, mammella, colon e melanoma, in cui i pazienti ricevono terapie in base alle rispettive mutazioni nel profilo genico-molecolare del tumore”.
I pazienti con una o entrambe le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 costituiscono il 5-6% del totale di coloro che sono colpiti da tumore del pancreas. In Italia ogni anno i nuovi casi sono circa 13.300, con una sopravvivenza a 5 anni pari all’8,1% a testimoniare la prognosi estremamente sfavorevole per questo tipo di tumore. Le mutazioni di Germline BRCA sono ereditarie e sono note per aumentare le possibilità di sviluppare diversi altri tipi di cancro, tra cui il cancro alle ovaie, al seno e alla prostata. Precedenti studi di fase III hanno finora dimostrato i benefici di olaparib in altri tumori con mutazioni BRCA (ovarico, seno).