Allarme stickers modificati sui social: indagati a Bari sette minori per diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico
Anche gli stickers possono diventare una forma di reato. A finire indagati per l’uso distorto delle cosiddette faccine sono sette ragazzini minorenni di Bari finiti nelle mani degli inquirenti per “diffusione e detenzione di materiale di un erotismo osceno che utilizza come soggetti bambini e adolescenti“.
Il fenomeno è del tutto nuovo ed è stato ricostruito dagli agenti della Polizia postale del capoluogo pugliese. I nativi digitali li usano già da tempo per chattare sui principali social network.
WhatsApp ha offerto agli utenti la possibilità di usare emoij e pacchetti di stickers “personalizzati”, messi a disposizione dall’applicazione stessa, ricavandoli da fotografie reali tramite diverse app gratuite che ne consentono la modifica.
Una “novità” che ha messo in allerta la Polizia Postale che si è subito resa conto di come queste “immagini” potevano essere pericolose.
Gli stickers “modificati” sono diventati un’arma in mano soprattutto agli adolescenti e preadolescenti che ne stanno facendo un uso improprio esponendosi a responsabilità penali relative alla diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico.
Si tratta di un fenomeno in aumento esponenziale, spiega l’agenzia Dire (www.dire.it), ma al momento non corrisponde una vera e propria presa di posizione attraverso la denuncia. Chi decide di chiedere aiuto ne parla soprattutto con gli amici mentre la maggior parte si chiude in se stesso e cerca di mettersi al riparo chiudendo l’app o la pagina web.