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Conte mette le mani avanti sul voto delle regionali

Prescrizione, i renziani votano con l’opposizione al Senato. L’ira di Conte: “Inaccettabile, serve un chiarimento”. Zingaretti: "Giusto reagire alle fibrillazioni di Italia Viva"

Il premier Conte assicura: “Il voto in Emilia-Romagna non decide il destino del governo”. A fine mese ci sarà un confronto tra le forze di maggioranza

“Questo voto è importante, ma rimane espressione di una comunità regionale e non decide del destino del governo nazionale“. Lo dice il premier Giuseppe Conte in un’intervista al ‘Corriere del Sera’ come spiega l’agenzia Dire (www.dire.it).

Quanto alla verifica, aggiunge, “si tratterà più esattamente di un ‘confronto’ con le varie forze di maggioranza per impostare l’Agenda 2023, sulla base di alcune priorità che io stesso ho individuato. Da un primo scambio con le forze politiche ho compreso che conviene attendere ancora alcuni giorni per dare il tempo a tutti di elaborare un’ampia riflessione. Oggi parte la riflessione interna al Pd. Anche il M5S sta completando un’opera di riorganizzazione interna e chiede alcuni giorni per offrire il proprio contributo. È ragionevole che il confronto slitterà alla fine di questo mese. Ma questo non è un male. L’importante è ripartire con maggiore coesione, chiarezza di obiettivi, massima determinazione. Vogliamo che l’Italia torni a correre”.

In merito al referendum sul taglio dei parlamentari con il contributo della Lega, il premier sottolinea: “Mi limito a osservare che sollecitare il pronunciamento dei cittadini è cosa in sé pienamente legittima, soprattutto rispetto a una riforma costituzionale così importante. Se però questo percorso referendario viene sollecitato anche da partiti, come la Lega, che sin qui hanno sostenuto questa riforma e adesso provano a metterla in discussione sperando di destabilizzare il governo, allora vi è qualcosa che non torna. Non credo che i cittadini premieranno espedienti ispirati a mera convenienza elettorale”.

Caso Gregoretti: nuovo scontro con Salvini

“Tutta la fase decisionale riguardante lo sbarco è stata gestita dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, che l’ha anche rivendicata, come attestano le dichiarazioni pubbliche dell’epoca”. Parla anche del caso Gregoretti il premier Giuseppe Conte in un’intervista al ‘Corriere del Sera’. Peraltro, aggiunge, “la vicenda risale al luglio 2019, quando era già in vigore il cosiddetto decreto ‘sicurezza bis’, fortemente voluto dal ministro Salvini proprio allo scopo di rafforzare la competenza del Viminale”, aggiunge.

“Quanto invece alle attività di redistribuzione dei migranti – prosegue Conte – mi è stata sollecitata la disponibilità a farmene carico ed è per questo che è stato coinvolto l’Ufficio diplomatico della Presidenza del Consiglio. Se qualcuno mi contesta il generale indirizzo politico sul tema delle migrazioni sono pronto a risponderne”. Poi conclude: “Le mie posizioni sul punto, formali e informali, sono tutte documentate e non è mia abitudine sottrarmi alle responsabilità. Se però devo rispondere della specifica decisione riguardante lo sbarco di una nostra nave in un nostro porto, non posso affermare di essere stato coinvolto se questo non è avvenuto“.

“Il presidente del consiglio, un po’ distratto, ha detto che quando io bloccavo gli sbarchi lui non ne sapeva niente. A me la gente che perde l’onore fa un immensa tristezza, la gente che sacrifica la dignità per salvare la poltrona fa un’immensa tristezza. Se pensano di farmi fuori in tribunale hanno sbagliato. Vi aspetto tutti in tribunale”. Lo dice Matteo Salvini in un comizio al mercato di Borgo Val di Taro, in provincia di Parma.

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