Eli Lilly acquisirà la società biotecnologica americana Dermira: business incentrato su un farmaco per la dermatite atopica in fase avanzata di sviluppo
Eli Lilly pagherà 1,1 miliardi di dollari per acquisire la società biotecnologica americana Dermira, in un affare incentrato su un farmaco per la dermatite atopica in fase avanzata di sviluppo.
L’accordo rappresenta la prima significativa acquisizione biofarmaceutica del 2020, e arriva a pochi giorni dall’inizio della conferenza J.P. Morgan Healthcare. Lilly paga 18,75 dollari per azione, un premio del 2% rispetto al prezzo di chiusura di giovedì di 18,34 dollari ma l’affare è quotato ad un premio dell’86% rispetto alla media del valore delle azioni di Dermira negli ultimi due mesi. Le azioni della biotech californiana sono salite nelle ultime settimane da 8 a 18 dollari.
Dermira ha recentemente iniziato una sperimentazione di Fase 3 per lebrikizumab, un anticorpo monoclonale anti IL-13. Diversi analisti di Wall Street hanno grandi aspettative per questo farmaco dopo che lo scorso anno la pubblicazione dei dati di Fase 2b ha dimostrato la sua efficacia in linea con quella di dupilumab, un farmaco che inibisce IL-4 e IL-13.
Lebrikizumab è un nuovo anticorpo monoclonale sperimentale progettato per legare l’IL-13 con un’affinità molto elevata, impedendo in particolare la formazione del complesso eterodimero IL-13Rα1/IL-4Rα e la successiva segnalazione, inibendo così gli effetti biologici dell’IL-13 in modo mirato ed efficace. Si ritiene che l’IL-13 sia un mediatore centrale che guida molteplici aspetti della fisiopatologia alla base della gamma di segni e sintomi della dermatite atopica, promuovendo l’infiammazione di tipo 2 e mediando i suoi effetti sui tessuti, con conseguente disfunzione della barriera cutanea, prurito, ispessimento della pelle e dolore cutaneo.
La biotech ha scommesso sul farmaco nel 2017, prendendolo in licenza da Roche pochi mesi dopo che dupilumab era diventato il primo farmaco biologico approvato nella dermatite atopica, la forma comune di eczema. Dermira aveva dichiarato di ritenere che il lebrikizumab possa competere con dupilumab in termini di sicurezza, efficacia e convenienza.
Il programma della Fase 3 è diviso in un periodo di induzione e di mantenimento. La prima porzione di 16 settimane prevede il test di una dose bisettimanale contro il placebo per 16 settimane. Gli arruolati saranno poi rideterminati e divisi tra placebo, dosaggio bisettimanale e dosaggio mensile per ulteriori 36 settimane.
Dupilumab viene somministrato come iniezione bisettimanale, quindi la frequenza di dosaggio mensile potrebbe dare a lebrikizumab un vantaggio sulla comodità di assunzione. Ma i dati della fase 2 hanno mostrato l’efficacia del farmaco in linea con dupilumab per la dose bisettimanale ma non per la frequenza mensile.
Nelle mani di Lilly, il biologico accelererà probabilmente la crescita del mercato della dermatite atopica se avrà successo nello studio in corso di Fase 3. La società di ricerca sanitaria Decision Resources ha stimato che il mercato statunitense crescerà fino a quasi 15 miliardi di dollari entro il 2025.
Come spiega Pharmastar, i giganti del settore farmaceutico hanno mostrato un crescente interesse per la dermatite atopica. Il mese scorso, Janssen ha pagato 750 milioni di dollari per i diritti sul bermekimab, un farmaco anti-IL-1 in fase 2 di sperimentazione per questa condizione della pelle. Altri farmaci nei test clinici includono il tralokinumab di Leo Pharma, upadacitinib di AbbVie e PF-04945842 di Pfizer.