Prediabete: linagliptin e metformina rallentano progressione


Prediabete, minor progressione verso il diabete con linagliptin aggiunto a metformina secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Metabolism

Prediabete, minor progressione verso il diabete con linagliptin aggiunto a metformina secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Metabolism

Gli adulti con prediabete che assumevano una combinazione di linagliptin e metformina avevano meno probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto alla sola metformina, oltre che maggiori probabilità di raggiungere livelli normali di glucosio e di migliorare la funzione delle cellule beta pancreatiche, secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Metabolism.

«È stato dimostrato che il trattamento del prediabete riduce il rischio di complicanze micro e macrovascolari, nonché la mortalità globale, evidenziando la pertinenza dei trattamenti precoci per correggere le anomalie dei livelli di glucosio» hanno scritto il primo autore della ricerca Rodolfo Guardado-Mendoza dell’Hospital Regional de Alta Especialidad del Bajío e della University of Guanajuato, in Messico, e colleghi. «È necessario valutare nuove alternative per i pazienti con prediabete, in modo da produrre evidenze scientifiche sul profilo di sicurezza ed efficacia di queste terapie per il trattamento dell’iperglicemia nelle fasi iniziali».

Lo studio PRELLIM
Il team di ricerca ha esaminato la frequenza con cui si è sviluppato il diabete di tipo 2, la frequenza con cui sono stati raggiunti i livelli glicemici normali e la funzione delle cellule beta pancreatiche utilizzando i dati a 24 mesi di 144 adulti con prediabete nello studio randomizzato e in doppio cieco denominato PRELLIM (Prevention with Linagliptin, Lifestyle and Metformin).

Gli autori hanno assegnato casualmente i partecipanti a un regime combinato composto da linagliptin 2,5 mg e metformina 850 mg due volte al giorno (n=74, età media 48 anni, 66,2% donne) o alla sola metformina 850 mg due volte al giorno (n=70, età media 50 anni, 55,7% donne), in entrambi i casi associati a un corretto stile di vita.

Sono stati eseguiti test di tolleranza orale al glucosio e clamp iperglicemici a intervalli di 6 mesi per esaminare la funzione delle cellule beta, il glucosio sierico, il peptide C e i livelli di glucagone plasmatico. Sono stati anche raccolti i dati sui livelli di emoglobina glicata (HbA1c).

Minor rischio di diabete di tipo 2 con la terapia combinata
I partecipanti assegnati alla terapia combinata hanno evidenziato una riduzione dello 0,04% della HbA1c dopo 24 mesi, contro un aumento dello 0,42% tra quelli trattati con la sola metformina (p<0,01). Come riportato dagli autori, «i livelli di glucosio sono migliorati durante l’intero test orale di tolleranza al glucosio (OGTT, Oral Glucose Tolerance Test) e per tutto il follow-up, con miglioramenti significativamente superiori comparando i pazienti i pazienti sottoposti al regime di combinazione e quelli assegnati alla sola metformina».

Al termine dello studio avevano sviluppato il diabete di tipo 2 quattro partecipanti trattati con la combinazione linagliptin più metformina e 10 con la sola metformina (HR=4), con una riduzione del rischio di sviluppare la condizione del 67%. Nello stesso intervallo inoltre il 52,7% dei primi aveva raggiunto livelli glicemici normali, contro il 33,3% dei trattati in monoterapia. In sostanza i soggetti assegnati alla terapia combinata avevano una probabilità 3,31 volte maggiore di raggiungere livelli glicemici normali rispetto a quelli che assumevano solo metformina (OR=3,31).

Migliore funzione delle cellule pancreatiche
Per valutare la funzione delle cellule beta i ricercatori hanno utilizzato un OGTT disposition index, un calcolo che combina la risposta acuta all’insulina e l’insulina a digiuno, dove i punteggi più alti indicano una funzione migliore. Rispettivamente a 6, 12 e 24 mesi, i partecipanti assegnati alla combinazione avevano punteggi di 2,41, 2,13 e 2,07 rispetto a 1,56, 1,6 e 1,72 nei soggetti sottoposti alla sola metformina (p<0,05 a ogni step temporale).

«L’insieme dei miglioramenti nella funzione delle cellule pancreatiche beta e alfa, grazie a trattamenti combinati come quello che abbiamo usato nel gruppo linagliptin più metformina, evidenziano il ruolo della funzione delle cellule delle isole pancreatiche come unità funzionale integrativa per controllare il metabolismo del glucosio e prevenire il diabete di tipo 2» hanno concluso i ricercatori. «Forse per via di questo effetto, le terapie più efficaci per prevenire il diabete di tipo 2 potrebbero essere quelle con un’azione importante sulla funzione delle isole pancreatiche, in combinazione con un corretto stile di vita».