Vasculiti sistemiche: in arrivo le nuove linee guida con raccomandazioni sull’impiego di glucocorticoidi, i test diagnostici e il ricorso alla chirurgia
Oltre alle linee guida sulla gotta, nel corso del congresso annuale dell’American College of Rheumatology sono state fatte importanti anticipazioni anche di un documento congiunto ACR/Vasculitis Foundation, di prossima pubblicazione in primavera, che altro non è che una nuova linea guida pratica sulla gestione delle vasculiti sistemiche, con raccomandazioni sull’impiego di glucocorticoidi, i test diagnostici (sierologia, imaging e studi bioptici), le terapie di induzione e di mantenimento della remissione, il trattamento della malattia refrattaria e il ricorso alla chirurgia.
Una volta completate, sarà la prima volta che l’ACR ha implementato delle proprie linee guida su come gestire le diverse vasculiti in pazienti reumatologici, in associazione con la Vasculitis Foundation.
Cosa sono le vasculiti?
Le vasculiti sono delle malattie caratterizzate da infiammazione dei vasi sanguigni (soprattutto arteriosi). Le vasculiti si distinguono a seconda delle dimensioni del vaso infiammato. Abbiamo, pertanto, le vasculiti dei grandi vasi, dei vasi di medio calibro e le vasculiti dei piccoli vasi.
Le nuove linee guida si caratterizzeranno per l’implementazione di raccomandazioni su gestione, diagnosi e terapia di sette patologie differenti incluse nella classificazione sopra indicata, dall’arterite a cellule giganti alla sindrome di Takayasu, dalla poliarterite nodosa alla sindrome di Kawasaki e a tre tipi di vasculiti ANCA-associate.
Qualche anticipazione sulla terapia
Dalla conferenza stampa di presentazione di questo documento, avvenuta in concomitanza con i lavori congressuali, è emerso che un elemento chiave preannunciato di queste linee guida è rappresentato dall’endorsement all’impiego di farmaci biologici come opzione terapeutica di prima linea per alcune popolazioni di pazienti. Ciò implica un minor impiego conseguente di steroidi, tenendo presente che i farmaci biologici sono in grado di ridurre il peso corporeo, gli sbalzi d’umore e la perdita di massa ossea associata agli steroidi.
Nello specifico, è stata preannunciata la presenza di raccomandazioni condizionali all’impiego di farmaci “risparmiatori di glucocorticoidi” (steroid-sparing) come farmaci di prima linea nel trattamento dell’arterite a cellule giganti (GCA) e alla riduzione della posologia di somministrazione di glucocorticoidi per la granulomatosi con poliangite e le poliangiti microscopiche.
A questo riguardo, i ricercatori che hanno presentato alla stampa questo nuovo documento hanno sottolineato che i glucocorticoidi sono stati per decenni una componente significativa imprescindibile per la quasi totalità delle vasculiti sistemiche esistenti. Nel corso del tempo, però, ci si è resi conto anche della tossicità associata all’impiego di questi farmaci; di qui l’implementazione di strategie finalizzate alla riduzione del loro utilizzo nei pazienti con arterite a cellule giganti e nelle vasculiti ANCA-associate.
Le novità nella diagnosi
Maggiormente soggetto a revisioni sarà il capitolo relativo alla diagnosi di queste condizioni. Su questo fronte, è stata preannunciata l’implementazione ad una raccomandazione condizionale relativa all’impiego dell’imaging vascolare per identificare il coinvolgimento dei grossi vasi nell’arterite a cellule giganti di nuova diagnosi.
Si ridimensiona, invece, il peso relativo dei test di laboratorio nei pazienti: il loro impiego non viene sconsigliato, ma deve essere considerato parte integrante di un processo di valutazione della sintomatologia, delle comorbilità e dell’attività di malattia a livello del singolo paziente, al fine di ottimizzarne la gestione terapeutica successiva.
Degna di rilievo è stata la sottolineatura fatta dai ricercatori che hanno annunciato queste linee guida alla stampa sull’esistenza nel nuovo documento di raccomandazioni confliggenti con quelle esistenti in altre linee guida dedicate a queste patologie.
Ad esempio, il documento congiunto ACR/Vasculitis Foundation raccomanda il ricorso alla biopsia in luogo dell’ecografia, non in ragione di una cattiva performance di quest’ultima, ma in quanto la maggior parte dei clinici non sembra, ancora oggi, in grado di usare in modo appropriato questo tool diagnostico.