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Ami da pesca: milioni di squali sono a rischio

Gli ami da pesca sono una minaccia per milioni di squali: possono restare all'interno di questi pesci per oltre 7 anni provocando sanguinamento interno e necrosi

A silvertip shark (Carcharhinus albimarginatus) swimming in Beqa lagoon, Fiji. Shark diving and feeding is becoming a popular tourist activity off Beqa lagoon not too far from Suva, capital city of Fiji. There is regular shark feeding at this venue. Suva, Fiji

Gli ami da pesca sono una minaccia per milioni di squali: possono restare all’interno di questi pesci per oltre 7 anni provocando sanguinamento interno e necrosi

Secondo uno studio dell’Istituto di Biologia marina dell’Università Manoa nelle Hawaii sono milioni gli squali che in tutto il mondo soffrono “silenziosamente” a causa degli effetti degli ami da pesca che possono restare all’interno delle loro membra per oltre sette anni, provocando gravi danni alla salute, tra cui sanguinamento interno e necrosi.

I ricercatori, come riferisce l’Enpa, hanno studiato per otto anni gli squali tigre nelle acque oceaniche che circondano Tahiti, scoprendo che il 38 per cento presentava ferite da ami o attrezzi da pesca industriali. La pesca con palamito (o palangaro) prevede l’utilizzo di un singolo filo che può presentare un numero di ami da pesca variabile da diverse dozzine a diverse migliaia. Questi palangari vengono scagliati nell’oceano e lasciati sul fondo o sulla superficie dell’oceano, dove in genere rimangono per diverse ore prima di essere trascinati indietro. I pescatori commerciali che usano questa tecnica sperano di catturare principalmente tonni e pesci spada di alto valore, secondo Meyer, ma numerose altre specie possono imbattersi accidentalmente negli ami.

E così gli squali nuotano con gli ami da pesca nello stomaco, nella gola, nella bocca, attorno alle mascelle o altrove sul corpo. “Sostituire gli oggetti utilizzati attualmente – ha affermato Carl Meyer, ricercatore associato presso l’Hawai Institute of Marine Biology – con ami non inossidabili non è una panacea, ma potrebbe contribuire a limitare i danni negli animali, riducendo il tempo di deterioramento dell’amo e liberando prima gli squali”.

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