La Maga Circe del Grechetto della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Genova in esposizione in Borsa Italiana fino al 24 febbraio
“E’ una grande emozione poter supportare il Polo Museale della Liguria nel restauro di un’opera come la Circe del Grechetto. Sono molto orgoglioso di aver avuto da Borsa Italiana l’opportunità di partecipare anche alla quarta edizione del progetto Rivelazioni a Genova. Credo molto in questo progetto e nell’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per tener vivo il nostro immenso patrimonio culturale e artistico.” Lo ha dichiarato il fondatore di Tecno Giovanni Lombardi in occasione dell’arrivo a Milano a Palazzo Mezzanotte della Maga Circe di Giovanni Benedetto Castiglione.
Il quadro è stato restaurato grazie al contributo di Tecno nell’ambito della quarta edizione del Progetto “Rivelazioni – Finance for Fine Arts” promosso da Borsa Italiana che ha portato al restauro di cinque opere del Palazzo Reale di Genova e della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola del Polo Museale della Liguria.
L’opera resterà in mostra a Milano nella Big, la Borsa Italiana Gallery, fino al 24 febbraio.
L’iniziativa nasce in seguito al successo delle precedenti tre edizioni realizzate a Milano con la Pinacoteca di Brera, a Venezia con le Gallerie dell’Accademia e a Napoli con il Museo e Real Bosco di Capodimonte. Il Gruppo Tecno, leader in Europa nel risparmio ed efficientamento energetico, per il terzo anno di seguito partecipa al Progetto “Rivelazioni – Finance for Fine Art”, sposandone il fine e confermandosi così un’azienda attenta al recupero e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, che crede fortemente nel mecenatismo come parte della mission aziendale. Tecno dal 2017 è anche in Elite, il progetto del London Stock Exchange per le imprese ad alto potenziale.
“Questo progetto- ha detto Lombardi- ha un valore importante per le PMI, le quali possono offrire un grande contributo alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale, in una logica di investimento sostenibile per l’azienda e per il Paese. ‘Rivelazioni’ semplifica la relazione tra azienda e museo, aggiungendo valore a entrambi i soggetti, dimostrando di essere una piattaforma ottimale per le attività di mecenatismo delle PMI”.
GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE, IL GRECHETTO
Genova 1609 – Mantova 1664
Maga Circe – Olio su tela, 97x114cm
L’opera si conserva ab antiquo nel cosiddetto “Salotto del Tempo” di Palazzo Reale, uno dei più prestigiosi, per collocazione e arredo, del secondo piano nobile, allestito con quadrature a stucco la cui simmetria comportò anche l’adattamento a quei formati delle tele.
Vi si trova una serie di tele riferite dalle fonti a Giovanni Benedetto Castiglione. La più importante di esse, Satiro e baccanti, fu trasferita a Torino da Roberto D’Azeglio nel 1837, ed è oggi esposta alla Galleria Sabauda. E’ molto probabile poter tracciare la provenienza della serie anteriore all’ingresso in Palazzo Reale ai tempi dei Durazzo riferendola alla collazione di Giovanni Battista Raggi, andata all’incanto nel gennaio del 1659. All’asta furono acquistati sei quadri “del Grechetto” da Giovanni Luca Durazzo che comprerà insieme al fratello minore Eugenio il palazzo di via Balbi vent’anni più tardi, nel 1679, data più che probabile per segnare l’ingresso dei dipinti del Castiglione nella dimora.
L’iconografia di Circe, personaggio mitologico che troviamo nell’Odissea di Omero, nell’Eneide di Virgilio e nelle Metamorfosi di Ovidio, ricorre frequentamene nel catalogo del Grechetto.
Con lui, la figura iconica della maga che trasforma in bestie gli amici di Ulisse, si carica di significati legati alla riflessione sulla mutabilità delle cose, ma anche sulla loro caducità, richiamando così il tema barocco per eccellenza della Vanitas e della Melancholia. Il grande pittore genovese è infatti noto per la capacità di inserire nelle sue piacevolissime tele complesse quanto fascinose allusioni letterarie e filosofiche. Si conoscono altre sue tele con Circe in altri importanti musei, tra i quali il Poldi Pezzoli di Milano e gli Uffizi di Firenze.
La sala si completa di arredi di grande prestigio di scuola genovese attribuibili all’ambito di Filippo Parodi, il più importante scultore del barocco genovese.