Il celebre monumento naturale della Palude di Torre Flavia torna tutto accessibile grazie alla collaborazione tra Arsial e Città Metropolitana
Il Monumento Naturale della Palude di Torre Flavia, che si estende per circa 48 ettari tra i comuni di Ladispoli e Cerveteri, adesso è interamente accessibile al pubblico. Da pochi giorni l’Agenzia ha concluso i lavori per la messa in sicurezza dell’ingresso nord, riqualificando un’area di circa un ettaro di terreno, occupata da un vecchio stabilimento balneare abbattuto per ordine della Procura.
La Palude di Torre Flavia, per le sue peculiarità, è stata riconosciuta monumento naturale dalla Regione Lazio sin dal ’97, ma il suo status non è bastato a preservarla dal degrado, dovuto in massima parte a un cattiva gestione del territorio. Aggravata dalla presa d’assalto dei bagnanti e dai tentativi di speculazione edilizia.
Ad oggi, il Monumento Naturale della Palude di Torre Flavia è ciò che rimane di un’area acquitrinosa molto estesa, formata dall’alternarsi di dune sabbiose e zone lacustri. Il sito è di enorme interesse ambientale, soprattutto per il ricco patrimonio di biodiversità che custodisce. La sua particolarissima conformazione, infatti, lo rende un habitat ideale per il rifugio e la protezione dei volatili, sia stanziali che migratori. Tanto che, da tempo è stata individuata come zona di protezione speciale (ZPS) secondo la Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” e area IBA (Important Bird Area) dal Programma BirdLife International dell’Unione Europea.
L’area è proprietà di Arsial, alla quale è pervenuta attraverso il soppresso Ente Maremma. L’ente gestore è la Citta Metropolitana di Roma Capitale, che all’interno svolgerà attività di visite ed educazione ambientale. Vista l’importanza del sito, l’Agenzia ha voluto intraprendere un confronto con l’ente gestore, con l’intento di assicurarne la libera fruizione, garantendone comunque un uso sostenibile.
L’INTERVENTO
L’attività di riqualificazione è stata affidata a un soggetto esterno specializzato, che ha destinato il 42% del materiale rimosso a raccolta differenziata. Una seconda parte, piuttosto considerevole, è stata recuperata e messa in disponibilità dell’ente gestore per interventi di manutenzione nel sito.