Psoriasi infantile: i bambini nati da donne che fumavano o che utilizzavano una terapia sostitutiva della nicotina durante la gravidanza sono a rischio
I bambini nati da donne che fumavano o che utilizzavano una terapia sostitutiva della nicotina durante la gravidanza sono risultati avere un maggior rischio di sviluppare la psoriasi infantile, come rilevato da uno studio danese pubblicato di recente sul Journal of American Academy of Dermatology.
In un’analisi dei dati su quasi 26mila bambini nati in Danimarca, i ricercatori hanno scoperto che il fumo materno durante la gravidanza era associato a un aumento del 40% del rischio di psoriasi infantile, che aumentava al crescere del numero di sigarette fumate fino a quasi il 300% nei bambini le cui madri fumavano almeno 16 sigarette al giorno durante la gravidanza.
«Il nostro studio suggerisce che il fumo di tabacco può essere un fattore di rischio biologico per la psoriasi infantile, anche per i feti che vengono esposti al fumo materno quando sono ancora nell’utero», ha dichiarato l’autore principale dello studio Jonathan Groot, ricercatore nel dipartimento di sanità pubblica dell’Università di Copenaghen.
«Il fumo materno può aumentare il rischio di psoriasi pediatrica, in parte per via del fatto che l’esposizione fetale alla nicotina può stimolare i processi biologici implicati nella malatia», ha aggiunto. «In alcune circostanze, il feto può essere più esposto ai metaboliti del tabacco durante la gestazione di quanto un bambino possa esserlo al fumo passivo».
Rischio maggiore di psoriasi nei figli di madri fumatrici
Per valutare l’impatto del fumo materno sul rischio successivo del feto, i ricercatori hanno utilizzato dati nazionali danesi provenienti dalla Danish National Birth Cohort sulle donne in gravidanza coinvolte in uno studio a lungo termine dal 1996 al 2002, prendendo in esame un totale di oltre 100mila gravidanze. Hanno analizzato l’uso materno di sigarette e di prodotti sostitutivi della nicotina in diversi momenti: prima del parto, nella prima infanzia e quando i bambini avevano 11 anni.
Tra i quasi 26mila bambini inclusi nello studio, 281 avevano sviluppato la psoriasi all’età di 11 anni. Quando i ricercatori hanno stimato l’impatto del fumo materno sul rischio di psoriasi hanno scoperto che, rispetto ai nati da madri non fumatrici, i bambini avevano una probabilità 1,39 volte superiore di sviluppare la malattia cutanea se le loro madri fumavano durante la gravidanza.
È stata anche osservata una relazione esposizione-risposta all’aumentare del numero di sigarette fumate quotidianamente (≥16 sigarette: OR rettificato 2,92, p per il trend=0,038).
In un’analisi separata hanno trovato una relazione simile tra la terapia sostitutiva della nicotina utilizzata durante la gravidanza e un rischio di psoriasi nei bambini del 36% più elevato, ma hanno fatto notare che in questo caso il numero di bambini che soddisfacevano questi criteri era di sei soltanto.
Il fumo influisce anche su altre patologie cutanee
Quanto emerso dalla ricerca non ha sorpreso Bernard Cohen, professore di pediatria e dermatologia presso il Johns Hopkins Medical Institutions di Baltimora. «Abbiamo dati relativi all’esposizione al fumo nei bambini più grandi e negli adulti che mostrano una connessione con la psoriasi e con la sua gravità» ha commentato. «E non si limitano alla sola psoriasi. Ci sono altre malattie infiammatorie della pelle per le quali il fumo ha dimostrato di essere un fattore di rischio».
Ha aggiunto che la spiegazione più probabile è che il fumo potrebbe innescare lo sviluppo della psoriasi nelle persone che sono geneticamente predisposte alla condizione.