Altro che coronavirus: dall’Ebola all’influenza, ecco i 5 virus più temuti dalla scienza per le probabilità di morte e il numero assoluto di vittime
Dalla loro scoperta alla fine del 19esimo secolo ad oggi, gli umani hanno portato avanti lunghe battaglie contro i virus. Grazie ai vaccini e ai farmaci antivirali alcune infezioni riescono ad essere curate o tenute sotto controllo. Una, il vaiolo, è addirittura stata debellata. Eppure, con l’epidemia in atto del nuovo coronavirus 2019-nCov proveniente dalla Cina, ci ricordiamo che la lotta contro i virus è ben lontana dall’essere vinta.
Sebbene si stia diffondendo rapidamente, l’infezione del nuovo coronavirus è meno letale dei “cugini” SARS e MERS, e ancora meno di un elevato numero di virus che nei secoli hanno causato milioni di morti.
Ecco 5 virus altamente pericolosi, sia per le probabilità che una persona muoia se infettata, sia per il numero assoluto di persone che hanno ucciso.
EBOLA
L’Ebola è un virus altamente letale, individuato per la prima volta in Africa.
Prende il nome dalla omonima Valle nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaïre), il sito della prima epidemia scoppiata nel 1976 in un ospedale missionario condotto da suore olandesi. L’origine del virus non è nota, ma si pensa possa ricondursi ai pipistrelli.
I primi focolai di Ebola conosciuti nell’uomo hanno colpito simultaneamente nel Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo nel 1976. L’ebola si diffonde attraverso il contatto con sangue o altri fluidi corporei, o tessuti di persone o animali infetti. Esistono cinque ceppi del virus, ognuno dei quali ha causato epidemie in diverse regioni africane. Con oltre il 90% di tasso di mortalità, lo Zaire ebolavirus è il più letale. Questo ceppo è stato il responsabile dell’epidemia scoppiata nel 2014 in Africa occidentale, la più grande e complessa fino ad oggi.
RABBIA
Molti di noi hanno conosciuto il suo lato “horror” con Stephen King e il romanzo Cujo.
Nei secoli scorsi, si credeva che la Rabbia fosse causata da malefici o forze demoniache.
Oggi sappiamo che si tratta di una malattie zoonotica, ovvero trasmessa all’uomo da un animale.
Nel corso degli ultimi 100 anni, la rabbia è diminuita in modo significativo, sebbene ogni anno uccida più di 50 mila persone.
Di questi decessi, il 95% si registra in Asia e in Africa.
La rabbia si trasmette tramite il morso di animali idrofobi, portatori del virus.
La maggior parte dei contagi avviene tramite cani e pipistrelli.
Esiste un vaccino per il virus utilizzabile anche nelle ore post morso.
All’insorgenza dei sintomi neurologici però, non è disponibile alcuna terapia efficace.
La rabbia ha uno dei tassi di mortalità più alti di qualsiasi virus.
Basta pensare che solo tre persone negli Stati Uniti sono note per essere sopravvissute alla malattia senza ricevere il vaccino dopo l’esposizione al virus.
HIV
Anche se il numero di decessi annuali relativi al virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è diminuito negli ultimi anni, secondo il rapporto UNAIDS 2009, in tutto il mondo vi sono state circa 60 milioni di persone contagiate sin dall’inizio della pandemia, con circa 25 milioni di morti.
Il virus attacca le cellule del sistema immunitario di una persona indebolendolo nel corso del tempo, il che rende molto difficile per l’individuo infetto combattere altre malattie, anche un semplice raffreddore.
Oggi le persone sieropositive vivono più a lungo rispetto al passato, una tendenza che coincide con una maggiore disponibilità della terapia antiretrovirale, così come con il calo delle nuove infezioni dal picco del 1997.
Tuttavia, non esiste nessuna cura per l’HIV.
INFLUENZA
L’influenza può non suonare molto spaventosa, ma in realtà uccide molte più persone ogni anno dell’Ebola, sebbene il numero esatto di decessi annuali sia oggetto di molte discussioni.
La grande variabilità dei decessi annuali nasce dal fatto che molte morti di influenza non sono segnalate come tali.
Un’altra ragione è che la vasta gamma di influenze stagionali ogni anno varia in gravità e durata, a seconda di quali virus influenzali sono più prominenti.
Negli anni dell’influenza dal virus A (H3N2), i tassi di mortalità sono in genere più del doppio di quelli registrati con i virus A sottotipo H1N1 o B.
Virus altamente contagioso, l’influenza fa ammalare molte più persone di quanto non ne uccida.
In tutto il mondo, l’influenza provoca circa dalle 250.000 alle 500.000 morti ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Nonostante il tasso di mortalità relativamente basso del virus, gli esperti e i medici raccomandano iniezioni antinfluenzali annuali per tenere a bada il rischio di complicanze da influenza.
Ma i vaccini influenzali che offrono l’immunità da virus dell’influenza A e B non proteggono contro le altre forme influenzali, che possono sorgere quando il virus subisce cambiamenti genetici.
La pandemia di influenza più recente, “influenza suina” o pandemia H1N1, ha ucciso dalle 151.700 e 575.400 persone nel mondo durante il 2009 e il 2010.
VIRUS TRASMESSI DALLE ZANZARE
Diffondendosi attraverso la puntura di una zanzara infetta, virus come dengue, febbre del Nilo e febbre gialla uccidono più di 50.000 persone in tutto il mondo ogni anno.
Anche la Malaria si sviluppa dalle zanzare, ma è causata da un parassita e non da un virus (uccide più di 600 mila persone ogni anno). Almeno il 40 per cento della popolazione mondiale, ovvero circa 2,5 miliardi di persone, sono a rischio di gravi malattie e morte per malattie virali trasmesse dalle zanzare.
La febbre emorragica dengue, che è endemica in alcune parti del Sud America, Messico, Africa e Asia, prende circa 22.000 vite ogni anno.
E’ un’ infezione mortale che provoca febbre alta e può portare a shock settico.
Ancora più mortale della dengue è la febbre gialla, che colpisce soprattutto le persone in America Latina e in Africa.
La malattia provoca circa 30.000 morti in tutto il mondo, secondo l’OMS.
Meno mortale, ma ancora pericoloso, è il virus del Nilo occidentale, una malattia neurologica virale che si sviluppa dalle zanzare che pungono gli esseri umani dopo aver banchettato con gli uccelli infetti.