Anemia falciforme, l’aggiunta di arginina orale è utile per le crisi vaso-occlusive nei bambini secondo uno studio di fase 2 condotto in Nigeria
Nei bambini affetti da anemia falciforme, la somministrazione di arginina orale durante le crisi vaso-occlusive (VOC) caratteristiche della malattia, può essere di grande beneficio.
Lo dimostrano i risultati di uno studio di fase 2 condotto in Nigeria e presentato in conferenza stampa al 61° congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH), a Orlando, in Florida.
Nel trial, i bambini che hanno ricevuto la supplementazione con arginina hanno mostrato un incremento dei livelli di arginina, ma soprattutto ottenuto una riduzione del dolore, richiesto meno antidolorifici e sono stati dimessi dall’ospedale prima di quelli a cui è stato somministrato un placebo.
La Nigeria è il Paese con la più alta prevalenza al mondo dell’anemia falciforme. Lo studio rafforza le evidenze che indicano come l’arginina aumenti l’efficacia degli altri antidolorifici e suggerisce che potrebbe aiutare a migliorare la gestione di questa malattia in Nigeria e anche in altri Paesi africani dove la sua prevalenza è elevata e le risorse sono limitate.
Il ruolo dell’arginina
«L’arginina è un integratore da banco economico e prontamente disponibile» ha affermato l’autore senior dello studio Richard Onalo, dell’Università di Abuja. «L’arginina orale è un prodotto sicuro e utile nei pazienti che soffrono di crisi dolorose. L’integratore potenzia l’effetto analgesico dei farmaci convenzionali e può portare a una risoluzione più rapida di una crisi e ridurre la durata della degenza ospedaliera».
L’arginina è un precursore chiave dell’ossido nitrico, che agisce come vasodilatatore. Durante una VOC, i piccoli vasi nelle zone del corpo interessate vengono ostruiti, privando i tessuti di ossigeno. Allo stesso tempo, le concentrazioni di arginina scendono precipitosamente, limitando la capacità dell’organismo di produrre ossido nitrico e riaprire i vasi sanguigni ostruiti.L’impiego di integratori di arginina per contrastare la deplezione dell’arginina endogena, e aiutare così a risolvere le VOC, finora è stato poco studiato.
Tuttavia, uno studio condotto negli Stati Uniti ha mostrato che in bambini ricoverati in ospedale a causa di VOC dolorose correlate all’anemia falciforme, quelli trattati con arginina per via endovenosa hanno ottenuto una riduzione una significativa del dolore e dell’uso di oppiacei rispetto ai controlli, trattati con un placebo. Lo studio presentato all’ASH, ha spiegato Onalo, è il primo condotto in Africa e il primo a testare l’uso di integratori di arginina somministrati per via orale, anziché iniettiva, per il controllo del dolore acuto.
Lo studio nigeriano
Nel trial, randomizzato e controllato con placebo, sono stati arruolati 68 bambini con un’età media di 10 anni, ricoverati per VOC correlate all’anemia falciforme in due ospedali di Abuja, e trattati con gli analgesici standard; 35 di essi sono stati assegnati al trattamento con L-arginina orale 100 mg/kg ogni 8 ore fino alla dimissione dall’ospedale o fino a un massimo di 15 dosi in totale, mentre i restanti 33 hanno ricevuto un placebo.
I bambini trattati con arginina hanno mostrato un aumento dei livelli plasmatici dell’aminoacido del 125%, mentre in quelli trattati con il placebo l’aumento è stato del 29%, «una differenza statisticamente significativa fra i due bracci» ha sottolineato Onalo. Inoltre, la biodisponibilità dell’arginina nel braccio trattato con l’aminoacido è aumentata del 59%.
Riduzione più rapida del dolore e delle VOC, con meno farmaci
«Clinicamente, i pazienti trattati con arginina hanno mostrato anche una riduzione più rapida del dolore e una risoluzione più rapida delle crisi vaso-occlusive» ha riferito l’autore.
Nonostante i due gruppi avessero punteggi di base della Numerical Pain Scale (PS) simili (8,7 e 8,4 su una scala da 0 a 10), i punteggi del dolore dopo 5 giorni di trattamento sono risultati pari a 1,2 contro 2, con una velocità media giornaliera di calo del dolore pari 1,5 cm/die contro 1,1 cm/die.
Inoltre, la risoluzione della crisi è stata raggiunta dal 25% dei pazienti nel braccio arginina in circa 72 ore, rispetto a circa 120 ore nei controlli.
I bambini che hanno assunto arginina hanno anche richiesto complessivamente meno antidolorifici, anche se la riduzione della dose totale di oppiacei riscontrata in questo braccio rispetto al braccio di controllo non è risultata statisticamente significativa (3,8 mg/kg contro 5,1 mg/kg; P = 0,11).
Degenza in ospedale più breve e supplementazione sicura
La supplementazione con l’aminoacido ha permesso anche di ridurre la durata della degenza in ospedale. «Entro il quinto giorno, il 54% dei pazienti trattati con l’arginina era già a casa, contro il 24% dei controlli, e questa differenza è risultata sia statisticamente sia clinicamente significativa» ha detto Onalo, aggiungendo che la durata media del ricovero in ospedale è stata rispettivamente di 110 ore contro 156 ore.
La supplementazione con arginina si è anche dimostrata sicura. Infatti, non si sono registrati eventi avversi severi correlati al trattamento e non sono state riscontrate differenze significative fra i due gruppi in termini di eventi avversi gravi e non, anche se nei bambini trattati con arginina si è evidenziata una tendenza verso una maggiore incidenza del vomito (20% contro 3%; P = 0,07). Onalo ha osservato che l’integratore a base di arginina ha un sapore sgradevole, ma in genere lo si può mascherare mescolandolo con Gatorade o succo d’uva.
Auspicabili studi di fase 3
«Questi risultati rafforzano il ruolo dell’arginina nelle crisi vaso-occlusive dolorose e suggeriscono come quest’aminoacido rappresenti una terapia adiuvante promettente per la gestione di tali crisi nei pazienti con anemia falciforme» ha detto Onalo, aggiungendo che «serve ora uno studio multicentrico di fase 3».
I prossimi studi, ha detto il professore, potrebbero aiutare, per esempio, a stabilire se somministrare integratori di arginina per via orale a casa, all’inizio della crisi, o in ospedale nel caso dei bambini già ricoverati, sia in grado rispettivamente di prevenire i ricoveri oppure le riammissioni in ospedale nei pazienti con VOC correlati all’anemia falciforme. Inoltre, si potrebbe valutare l’impiego della supplementazione orale con arginina negli adulti affetti da anemia falciforme e valutare in che modo la gravità della malattia, la razza e la regione geografica influenzano i benefici dell’aminoacido nella gestione delle VOC.
«Per ora, comunque, è troppo presto per dire che tutti i pazienti dovrebbero iniziare la supplementazione con l’arginina e servono ulteriori informazioni; per esempio, occorre capire quale sia il dosaggio più appropriato» ha commentato la moderatrice della conferenza stampa, Julie Panepinto, del Children’s Hospital of Wisconsin e della University of Wisconsin di Milwaukee.
«Tuttavia, è incoraggiante vedere risultati positivi» ha aggiunto la professoressa. «Si pensava all’arginina da molto tempo, quindi penso che questo sia davvero uno studio interessante … e che dovrebbe stimolarci a fare altri studi per capire davvero meglio come usare il farmaco» ha concluso l’esperta.