Diabete e dipendenza da nicotina: uno studio ne dimostra la relazione. La ricerca ha individuato un legame diretto tra il pancreas e una regione del cervello, l’abenula mediale
Un interessante lavoro, recentemente pubblicato su Nature, mette in relazione diretta lo sviluppo del diabete con l’abitudine e la dipendenza da nicotina, individuando un legame diretto tra il pancreas e una regione cerebrale, l’abenula mediale. È ormai noto che i fumatori abbiano un aumentato rischio di sviluppare diabete, ma fino ad oggi non ne era nota la causa.
Lo studio in questione ha permesso di dimostrare l’esistenza di un asse diretto tra un gruppo di neuroni, localizzati nell’abenula mediale, che presenta dei recettori per la nicotina, e le cellule del pancreas che regolano il metabolismo del glucosio, e quindi dell’insulina. A fare da legame è un fattore di trascrizione, ossia una proteina che si lega a specifiche sequenze di DNA regolando la trascrizione dei geni, denominato TCF7L2, fortemente presente nelle stesse cellule dell’abenula mediale. Questo fattore regola a sua volta un ormone (GLP-1) che modula la secrezione di insulina dal pancreas.
“Questo studio – afferma il Prof. Antonio Pisani, specialista della Società Italiana di Neurologia – è la prova che nell’uomo esiste una regolazione diretta, da parte di specifiche aree cerebrali, del metabolismo glucidico, e che questo ‘asse’ diretto venga modificato dal consumo di nicotina”.
Mediante tecniche avanzate di biologia molecolare, i ricercatori hanno dimostrato che l’assenza di questo fattore di trascrizione, nei topi, non dà luogo allo sviluppo di alterazioni del metabolismo del glucosio nel sangue. Inoltre, attraverso un sistema di mappatura, iniettando un tracciante fluorescente nel pancreas, hanno osservato che tale tracciante si andava a localizzare proprio nell’ area cerebrale indicata.
Per approfondire questa tematica del rapporto tra diabete e dipendenza da nicotina saranno sicuramente necessari ulteriori studi sperimentali e sull’uomo, ma l’osservazione fatta da questo gruppo di ricercatori pone le basi sia per spiegare l’osservazione clinica, sia per disegnare specifiche strategie di profilassi e di terapia.