Da giovedì 20 febbraio al teatro Metastasio di Prato arriva l’allestimento di “When the rain stops falling” diretto da Lisa Ferlazzo Natoli, vincitore di tre premi Ubu 2019: un focus su una famiglia nell’arco di quattro secoli
Vincitore di tre Premi Ubu 2019 come miglior nuovo testo straniero, miglior regia e migliori costumi, da giovedì 20 a domenica 23 febbraio al Teatro Metastasio arriva “When the rain stop falling”, adattamento del testo intimo e distopico dell’australiano Andrew Bovel, diretto da Lisa Ferlazzo Natoli (20.45 feriali, 19.30 sabato, 16.30 domenica).
Il testo racconta la storia delle famiglie Law e York, di quattro generazioni di padri e figli, delle loro madri e mogli: è una saga familiare, un affondo “genealogico” nella memoria, le eredità e l’abbandono, ricostruito grazie a un’architettura narrativa nitida e complessa che si muove nello spazio e nel tempo della storia stessa, avanti e indietro nel tempo, dal 1959 fino al 2039.I personaggi da vecchi e da giovani entrano ed escono da un quadro all’altro, da un paesaggio all’altro, con un ritmo incalzante che l’autore introduce fin dalle prime pagine. È sul tempo stesso che ci si interroga, ‘piegandolo’ in avanti, per lasciare entrare il futuro e i suoi fantasmi; o, con improvvise ‘interferenze’, aprire il presente a squarci di passato.
Una scena scivola nell’altra grazie a un salto agile, semplicemente descritto con un “e ci troviamo in” e diventa così imprevedibile, svela combinazioni, corrispondenze e collegamenti tra i personaggi che s’immergono, letteralmente, nell’azione teatrale entrando e uscendo dal racconto di ognuno, degli altri. E lungo l’arco delle generazioni le madri e i figli, i mariti e le mogli reiterano gesti, frasi o comportamenti quasi inconsapevolmente.
È dunque il racconto del tempo come sapere e dimenticanza, sapore e leit motiv involontario. Di come il tempo meteorologico influenzi magicamente le nostre vite e cambi la Storia, e di come la Storia stia già cambiando il presente sull’ombra del futuro.
La scenografia minimale – un tavolo e poche sedie – è la condizione per restituire l’asciuttezza incalzante del testo. Pochi oggetti, qualche ombrello, una valigia, una zuppa di pesce e un grande pesce caduto dal cielo.
La proiezione evanescente di uno scheletrico albero genealogico evidenzia che il punto centrale del discorso non è tanto scoprire la “vera storia” di una famiglia, ma la famiglia stessa: una sola moltitudine, fatta di reperti incomprensibili, raccolti a un tavolo da pranzo, un lungo tavolo dove si succedono le generazioni.
Intorno allo spettacolo, per la replica di domenica 23 febbraio sarà possibile prenotare il SERVIZIO BABYSITTING per bambini dai 5 ai 10 anni, attivo gratuitamente per i possessori di biglietto o abbonamento per lo spettacolo (prenotazione obbligatoria entro mercoledì 19 febbraio a cometa@metastasio.it o 0574/27683 (dal lunedì al venerdì in orario 9.30/13.00).