Trattamento acne: nuove soluzioni di cura in arrivo


Acne: importanti novità in arrivo per il trattamento terapeutico. Dagli integratori a base di mioinositolo a un potenziale vaccino, la ricerca fa passi avanti

Trattamento acne: nuove soluzioni di cura in arrivo

Per il trattamento dell’acne esistono già un gran numero di terapie più o meno efficaci, ma vi sono alcune importanti novità, alcune mutuate da trattamenti già utilizzati per altre condizioni, altre di nuova concezione e in fase di sviluppo. Se ne è parlato durante il 18th Annual South Beach Symposium (SBS) che si è da poco concluso a Miami, in Florida.

«Da anni usiamo alcuni di questi trattamenti per altre condizioni, ma è il momento di cominciare a considerarli per la terapia dell’acne», ha affermato durante la sua presentazione al congresso Jonette Keri, dermatologa presso la University of Miami Miller School of Medicine e il Miami VA Hospital, in Florida.

L’acne vulgaris è una malattia infiammatoria cronica della pelle, trattata comunemente con farmaci topici o sistemici, in base alla sua gravità. Le terapie esistenti per l’acne sono rappresentate da antisettici, antibiotici, cheratolitici e retinoidi topici e da antibiotici e isotretinoina sistemici. Retinoidi e antibiotici sono considerati approcci fondamentali in questa condizione, tuttavia la scarsa aderenza alla terapia e il problema della resistenza batterica ne compromettono l’efficacia a lungo termine.

Terapia fotodinamica 
La terapia fotodinamica, sviluppata a partire dal 1900, si basa sull’impiego di sostanze fotosensibilizzanti che, una volta raggiunta una cellula bersaglio, vengono attivate da una luce di opportuna lunghezza d’onda e reagiscono con l’ossigeno presente nella cellula generando radicali liberi che inducono apoptosi, necrosi o alterazioni della funzione nella cellula bersaglio. Inizialmente impiegata per la cura di condizioni precancerose e cancerose cutanee, è stata applicata col tempo anche ad altre patologie, mostrando in particolare una grande efficacia e sicurezza nella cura dell’acne.

La terapia fotodinamica con acido aminolevulinico al 20% (ALA) ha dimostrato di essere efficace nel trattamento dell’acne infiammatoria, anche se la tollerabilità cutanea potrebbe essere un fattore limitante per un uso diffuso di questo approccio. Di recente è disponibile una nuova formulazione di ALA al 5% in gel termoindurente. Consente un’applicazione più semplice, senza occlusione e un rilascio migliore e più efficiente del composto attivo rispetto alle formulazioni tradizionali ALA come creme o unguenti.

Nel discutere l’uso di questo trattamento con gel ALA per l’acne, Keri ha fatto riferimento ai risultati di uno studio del 2019 che ha mostrato come il numero delle lesioni infiammatorie sia diminuito per tutti i 20 pazienti coinvolti nella sperimentazione, senza segnalazioni di effetti collaterali.

«I partecipanti a questo studio erano nel complesso molto contenti e hanno riportato un disagio minimo. I clinici la usano da anni, ma la terapia fotodinamica diurna sembra essere un trattamento efficace e tollerabile per le persone che soffrono di acne infiammatoria di grado da lieve a grave» ha detto. «Si tratta di una nuova terapia che può essere utilizzata anche nelle popolazioni pediatriche, specialmente per coloro che non vogliono assumere un antibiotico o usare l’isotretinoina».

Microparticelle d’oro
Un altro trattamento che ha mostrato risultati promettenti nei pazienti con acne è la terapia con microparticelle d’oro.

Le microparticelle d’oro sono state autorizzate dalla Fda a settembre 2018 per il trattamento dell’acne infiammatoria da lieve a moderata. Il prodotto contiene microparticelle di silice rivestite in oro in sospensione topica ed è autorizzato all’uso in combinazione ai laser a 1064 nm per facilitare il riscaldamento fototermico delle ghiandole sebacee per il trattamento dell’acne vulgaris infiammatoria da lieve a moderata.

«Questo trattamento si basa sulla fototermolisi selettiva di unità pilosebacee con rilascio follicolare di microparticelle d’oro inerti in combinazione a impulsi laser a diodi», ha spiegato Keri. «Sembra una terapia promettente e potrebbe essere utilizzata per il trattamento dell’acne da moderata a moderatamente grave».

Integratori a base di mioinositolo
Secondo Keri vi sono anche nuovi integratori orali che hanno dimostrato di essere efficaci. «Uso il mioinositolo ogni giorno nella mia pratica clinica, specialmente per i pazienti che non vogliono assumere un antibiotico o contraccettivi orali», ha dichiarato. «La ricerca ha dimostrato che il mioinositolo è associato a minori livelli di testosterone e a miglioramenti dell’insulino-resistenza e dell’acne».

Il mioinositolo è un tipo di inositolo, una vitamina del gruppo B con la stessa formula molecolare del glucosio. Gli inositoli funzionano come parte di un percorso di messaggistica per molti ormoni, tra cui insulina e ormone follicolo-stimolante, essenziale per la funzione delle ovaie. Alterazioni in queste vie biologiche possono portare all’insulino-resistenza. Si ritiene che l’inositolo aiuti nella gestione della sindrome dell’ovaio policistico rafforzando questi percorsi e riducendo così la resistenza all’insulina.

Probiotici
Infine, Keri ha discusso dell’uso dei probiotici come nuova forma di trattamento dell’acne. «I probiotici possono essere considerati un’opzione terapeutica o aggiuntiva per l’acne vulgaris, dal momento che forniscono potenzialmente un effetto antinfiammatorio sinergico e aiutano a ridurre i potenziali effetti collaterali legati all’uso di antibiotici. Servono tuttavia ulteriori ricerche per confermarne la reale utilità».

Terapie in prospettiva
«Esiste una nuova terapia antiandrogena topica nota come clascoterone, un antagonista androgeno topico attualmente in valutazione in uno studio di fase III per la sua capacità di trattare l’acne» ha continuato Keri.

La crema a base di clascoterone all’1% agisce sui recettori degli androgeni nel sito di applicazione, inibendo gli effetti sulla cute del diidrotestosterone, un fattore chiave nello sviluppo delle lesioni causate dall’acne. Studi di laboratorio dimostrano che la molecola inibisce la produzione di lipidi dai sebociti e riduce le citochine proinfiammatorie, mediatori influenzati dagli androgeni. A differenza delle terapie ormonali orali per l’acne, può essere potenzialmente utilizzato nei pazienti sia maschili che femminili.

«La ricerca sta inoltre lavorando su un potenziale un vaccino contro l’acne, dato che la gravità della malattia è fortemente associata alla risposta infiammatoria al Cutibacterium acnes» ha concluso. «I futuri anticorpi monoclonali possono essere progettati per neutralizzare in modo specifico la virulenza del batterio senza interferire con il suo equilibrio ottimale nel microbioma cutaneo umano, oltre a ridurre il rischio di resistenza ai farmaci. L’idea di avere bambini e giovani adulti senza acne, anche se ridurrebbe il mio lavoro come dermatologo, sarebbe meravigliosa».