I primi casi e decessi registrati in Italia di Coronavirus stanno preoccupando i pazienti reumatici che devono recarsi in strutture sanitarie per ricevere le cure
I primi casi e decessi registrati in Italia di Coronavirus stanno preoccupando i pazienti reumatici che devono recarsi in strutture sanitarie per ricevere le cure. “Ci stanno arrivando moltissimi messaggi di persone che vogliono abbandonare le terapie con i farmaci biotecnologici, incuranti del fatto che sospendere i trattamenti, senza la condivisione con il proprio reumatologo, può solo comportare un peggioramento della patologia”. E’ questo l’allarme lanciato da Silvia Tonolo, Presidente ANMAR Onlus (Associazione Nazionale Malati Reumatici).
“Crediamo sia quindi necessario e doveroso tranquillizzare i pazienti e i cittadini e mandare un messaggio positivo – prosegue Tonolo -. La paura di essere più a rischio è comprensibile, ma non giustificabile. Quindi tutti i pazienti reumatologici devono continuare a seguire le indicazioni terapeutiche prescritte dallo specialista. I malati devono poi prestare le solite attenzioni che si prendono in questo periodo dell’anno durante il quale i virus influenzali diventano maggiormente aggressivi. Bisogna quindi segnalare ogni minimo sintomo di infezione e sarà il medico a decidere quali accortezze utilizzare per ridurre al minimo le possibilità di danno”.
“Le misure di igiene e di protezione sanitaria del nostro Paese sono tra le migliori al mondo – conclude il dott. Luigi Sinigaglia, Presidente Nazionale della Società Italiana di Reumatologia (SIR) -. Quindi ogni paziente reumatologico deve considerare il rischio di infezione come sempre fa senza preoccupazioni aggiuntive. Al momento non servono precauzioni speciali se non quelle che le autorità sanitarie stanno emanando. Va evitata una diffusione della sensazione di panico attualmente assolutamente ingiustificata”.