I pazienti con idrosadenite suppurativa, una malattia dermatologica, hanno un maggior rischio di sviluppare una artrite infiammatoria
I pazienti con idrosadenite suppurativa, una malattia dermatologica che può portare a enormi sofferenze fisiche e psicologiche, hanno un maggior rischio di sviluppare una artrite infiammatoria, secondo i risultati di uno studio di coorte basato sulla popolazione appena pubblicato sulla rivista JAMA Dermatology.
«Abbiamo osservato un aumento dei rischi di sviluppare spondilite anchilosante, artrite psoriasica e artrite reumatoide tra i pazienti con idrosadenite suppurativa rispetto a quelli senza la condizione», ha affermato il primo autore dello studio Maria Schneeweiss, del Brigham and Women’s Hospital presso la Harvard Medical School, Boston. «Questo suggerisce una possibile associazione sistematica tra la patologia cutanea di nuova diagnosi e la successiva malattia infiammatoria articolare».
L’idrosadenite suppurativa è una dermatosi infiammatoria cronica e ricorrente caratterizzata da una presenza di lesioni profonde e dolorose come noduli, ascessi suppurativi e cicatrici. La malattia si manifesta in aree corporee ricche di ghiandole apocrine, quindi principalmente ascelle, inguine e regione anogenitale. È stata associata a un’alta prevalenza di spondiloartrite, ma non è chiaro se le persone con idrosadenite suppurativa abbiano un rischio aumentato di sviluppare una artrite infiammatoria.
Aumento del rischio per artriti infiammatorie
Per lo studio i ricercatori hanno utilizzato i dati dal 2003 al 2016 relativi ai reclami di pazienti con una copertura assicurativa commerciale, che coprono 185 milioni di statunitensi. Hanno abbinato oltre 70mila soggetti con idrosadenite suppurativa, definita da una diagnosi da un dermatologo o da tre diagnosi effettuate da un qualsiasi operatore sanitario, e 140mila senza la malattia, con un follow-up mediano di 1,5 anni.
Prima dell’inizio della malattia dermatologica, i pazienti di entrambi i gruppi non presentavano artriti infiammatorie. L’analisi ha rivelato che, rispetto ai pazienti sani, quelli con la patologia cutanea avevano un rischio del 65% superiore di sviluppare spondilite anchilosante, un rischio del 44% più alto di sviluppare artrite psoriasica e un rischio del 16% superiore di sviluppare artrite reumatoide, tutti incrementi significativi. Non sono emersi invece rischi per altre forme di malattia infiammatoria articolare.
Nel complesso il numero effettivo di pazienti con idrosadenite suppurativa che hanno continuato a sviluppare un’artrite infiammatoria era basso, con solo 2-6 casi ogni 10mila pazienti, ma comunque sufficienti a indicare una correlazione tra le due patologie. «Anche se i dati supportano un’associazione sistematica tra l’idrosadenite suppurativa di nuova diagnosi e il successivo sviluppo di una malattia infiammatoria articolare, il fatto che vi sia un basso rischio incrementale è un elemento rassicurante», ha commentato Schneeweiss.
«Considerato comunque l’alto onere della malattia associata sia alla patologia dermatologica che all’artrite infiammatoria, i medici che curano i pazienti con idrosadenite suppurativa devono tenere conto dei sintomi indicativi di malattia infiammatoria articolare, come la rigidità mattutina e il dolore/gonfiore delle articolazioni e considerare appropriato l’invio del paziente a una visita reumatologica specialistica» ha aggiunto. «La comorbidità tra le due malattie potrebbe trarre beneficio dagli approcci terapeutici in grado di affrontare entrambe le condizioni, come la scelta di un inibitore del TNF, che fungerebbe da trattamento efficace per l’idrosadenite suppurativa e al contempo tratterebbe la malattia infiammatoria articolare».