Dermatite atopica, risultati incoraggianti con il JAK inibitore ruxolitinib in crema utilizzato nei pazienti adolescenti e adulti
Nei pazienti adolescenti e adulti con dermatite atopica, la crema a base del JAK inibitore ruxolitinib ha raggiunto il suo endpoint primario di efficacia senza problemi di sicurezza imprevisti nel programma di studi di fase III TRuE-AD, secondo quanto comunicato da Incyte, una compagnia biotech con sede a Wilmington, nel Delaware.
La dermatite atopica è una patologia cronica comune caratterizzata da infiammazione cutanea che interessa almeno 11 milioni di persone negli Stati Uniti. La maggior parte dei pazienti presenta una forma lieve o moderata della malattia e circa l’80% sono adulti o adolescenti. I sintomi includono pelle irritata e pruriginosa che può causare lesioni che possono trasudare e formare una crosta. I pazienti che ne soffrono sono anche più sensibili alle infezioni batteriche, virali e fungine.
La crema a base di ruxolitinib, un inibitore selettivo delle Janus chinasi 1 e 2 (JAK1/JAK2), è una formulazione progettata per l’applicazione topica. Il programma di sperimentazione clinica TRuE-AD comprende due studi di fase III con identico disegno per il trattamento di pazienti con dermatite atopica da lieve a moderata (studi TRuE-AD1 e TRuE-AD2). È anche in valutazione in adolescenti e adulti con vitiligine (TRuE-V).
Il programma TRuE-AD
TRuE-AD1 e TRuE-AD2 sono due trial di fase III randomizzati, in doppio cieco, controllati con il veicolo (crema non medicata), per valutare la sicurezza e l’efficacia di ruxolitinib in crema in oltre 600 pazienti per ogni trial di età superiore ai 12 anni, con una diagnosi di dermatite atopica da almeno due anni e candidati alla terapia topica.
I pazienti con punteggio IGA (Investigator’s Global Assessment) da 2 a 3 (una misura della gravità della malattia) e con dermatite atopica che coinvolge tra il 3% e il 20% della loro superficie corporea (escluso il cuoio capelluto) sono stati randomizzati per ricevere due applicazioni giornaliere di ruxolitinib in crema ai dosaggi di 0,75% o 1,5%, oppure il solo veicolo.
L’endpoint primario degli studi era la percentuale di pazienti che raggiungeva l’Investigator’s Global Assessment Treatment Success (IGA-TS), definito come un punteggio IGA di 0 (pelle libera da lesioni) o 1 (quasi libera) con almeno un miglioramento di due punti alla settimana 8 rispetto al basale. Altri endpoint secondari chiave includevano: la percentuale di pazienti che otteneva un miglioramento di almeno il 75% rispetto al basale del punteggio EASI (Eczema Area and Severity Index, in questo caso EASI75), un’altra misurazione dell’estensione e della gravità della malattia, e la proporzione dei partecipanti con almeno un miglioramento di quattro punti nella scala di valutazione numerica del prurito. Lo studio ha anche monitorato la frequenza, la durata e la gravità degli effetti collaterali associati all’uso della crema.
Buoni segnali di efficacia e sicurezza
L’azienda ha affermato che in TRuE-AD1 il 50% dei pazienti trattati con la crema al dosaggio più basso e il 53,8% di quelli con il dosaggio più alto ha raggiunto l’IGA-TS, rispetto al 15,1% nel gruppo di controllo con il veicolo. Inoltre, il 56% e il 62,1% dei soggetti nei bracci ruxolitinib rispettivamente alla dose bassa e alta hanno raggiunto l’EASI75, contro il 24,6% dei controlli.
In TRuE-AD2 il 39% e il 51,3% dei pazienti trattati rispettivamente con ruxolitinib in crema a basso e alto dosaggio hanno raggiunto l’endpoint primario IGA-TS, rispetto al 7,6% dei controlli. L’EASI75 è stato raggiunto dal 51,5% dei soggetti a cui è stata somministrata la crema a basso dosaggio, dal 61,8% di quelli nel braccio ad alto dosaggio e dal 14,4% dei controlli.
In aggiunta è stata osservata una differenza statisticamente significativa nella riduzione del prurito per entrambi i dosaggi rispetto ai controlli in entrambi gli studi, mentre la percentuale complessiva degli effetti collaterali emergenti dal trattamento era comparabile tra i tre bracci. L’efficacia complessiva e il profilo di sicurezza della crema sono risultati coerenti con i dati precedenti e non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza. La fase di sicurezza a lungo termine dello studio continuerà come previsto.
«Questi risultati positivi rafforzano il potenziale della crema con ruxolitinib, se verrà approvata, per offrire ai milioni di pazienti con dermatite atopica una terapia non steroidea efficace» ha dichiarato Jim Lee, vicepresidente dell’area infiammazione e autoimmunità di Incyte. «Non vediamo l’ora di condividere questi risultati con la comunità medica, come parte del nostro impegno a sviluppare una nuova opzione di trattamento di prima linea per questi pazienti».