Eni e Total nemici del clima in Basilicata secondo Legambiente: il sito più inquinante è il Centro Olio Val d’Agri di Viggiano
Sono quattro le principali attività industriali produttive della regione Basilicata responsabili di circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse in atmosfera, ad opera di quattro impianti: due cementifici (l’Italcementi di Matera e la cementeria Costantinopoli Srl di Barile, in provincia di Potenza), un impianto estrattivo (il Centro Olio Val d’Agri di Viggiano, in provincia di Potenza) e una centrale termoelettrica, di San Nicola di Melfi (Potenza). È quanto emerge dalla tappa a Potenza del Treno Verde di Legambiente come spiega l’agenzia Dire (www.dire.it).
Il sito più climalterante è il Centro Olio Val d’Agri di Viggiano con 610 mila tonnellate di CO2 annue, seguito dal cementificio Italcementi di Matera. I nemici del clima in Basilicata secondo Legambiente sono dunque principalmente Eni e Total, “per le loro politiche estrattive che mettono in pericoloso la salute dei cittadini lucani e l’ambiente”.
Secondo l’associazione ambientalista per la Basilicata e la Val d’Agri, dove si trova il Centro Olio di Viggiano, il ventennio appena terminato è stato caratterizzato da uno sviluppo negato: “Anni in cui l’attività estrattiva di Eni ha messo a rischio la salute, le risorse naturali, l’economia e l’identità dei territori”.
Per Legambiente anche l’avvio imminente dell’attività di estrazione nel centro oli di Tempa Rossa, nell’alta Valle del Sauro, tra i Comuni di Corleta Perticara e Gorgoglione (Potenza), è un nemico del clima.
“L’emergenza climatica non può più aspettare, se vogliamo affrontarla dobbiamo partire dalle sue cause principali, ovvero le fonti fossili, che devono rimanere sottoterra – afferma il portavoce del Treno Verde, Mattia Lolli – purtroppo Eni e Total sembrano non averlo capito e continuano a portare avanti progetti di estrazione di petrolio in tutto il mondo. Il tempo delle promesse e delle fossili è finito, perché il futuro – conclude – è rinnovabile”.