Il diabete monogenico è spesso confuso con le forme di tipo 1 e 2: necessita di una diagnosi più accurata e di un approccio terapeutico con la medicina di precisione
Il diabete monogenico viene spesso confuso con le forme di tipo 1 e 2, ma necessita di una diagnosi più accurata e di un approccio terapeutico tramite la medicina di precisione, che adegui il trattamento alle caratteristiche genetiche della malattia così da migliorare la qualità della vita dei pazienti. È quanto emerge dai risultati di uno studio appena pubblicato sulla rivista Diabetes.
Il diabete colpisce oltre 400 milioni di persone in tutto il mondo ed è un grave problema di salute pubblica. Anche se viene spesso indicato come una singola malattia, in realtà si tratta di un gruppo di disturbi metabolici che hanno come caratteristica comune l’iperglicemia. Delle diverse forme, il diabete monogenico, causato da una mutazione in uno dei geni coinvolti nella gestione dei livelli ematici di zucchero, è responsabile dall’1% al 4% di tutti i casi di diabete.
Spesso confuso con il diabete di tipo 1 o di tipo 2, nell’oltre 90% dei casi viene diagnosticato in modo erroneo. Uno studio su oltre 1.200 giovani diabetici, condotto dagli scienziati dell’Università di Ginevra (UNIGE), degli Ospedali universitari di Ginevra (HUG) e della Lithuanian University of Health Sciences a Vilnius, ha permesso di identificare con precisione la percentuale del diabete monogenico nella popolazione diabetica pediatrica.
Il diabete è definito dall’iperglicemia cronica, che può portare a pericolose complicanze. Le forme di tipo 1 e 2 sono le più note e diffuse. Il tipo 2 è spesso associato all’obesità, mentre il tipo 1 è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario distrugge le cellule beta pancreatiche che producono insulina. La forma monogenica è invece riconducibile a una mutazione in un singolo gene. Nella maggior parte dei casi, la mutazione impedisce il corretto funzionamento delle cellule beta e la malattia si manifesta più spesso durante l’adolescenza, ma a volte il pancreas semplicemente non si sviluppa ed è necessario somministrare insulina ai bambini subito dopo la nascita.
Identificate nuove mutazioni e undici nuovi geni
Il diabete monogenico molto spesso non viene diagnosticato perché ha caratteristiche cliniche abbastanza simili alle altre forme di diabete, pur avendo una causa molto diversa. «La Lituania ha un registro di tutti i bambini diabetici, che comprende anche la maggior parte dei giovani adulti», ha affermato il ricercatore principale Valérie Schwitzgebel co-coordinatrice del Centro per il diabete della Facoltà di Medicina dell’UNIGE e capo dell’Unità di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica presso l’HUG. «Quindi abbiamo condotto uno studio epidemiologico e di popolazione su larga scala».
Nei 1209 tra bambini e giovani adulti inclusi nella coorte, i ricercatori hanno prima valutato la presenza di anticorpi autoimmuni e di marcatori noti del diabete di tipo 1. Poi hanno condotto un’analisi genetica completa sui 153 pazienti privi di questi anticorpi o con soli anticorpi anti-insulina, che possono svilupparsi in seguito al trattamento con il farmaco.
«Siamo stati in grado di identificare la mutazione genetica che causa il diabete in 42 soggetti, un numero molto più alto del previsto» ha detto il primo autore dello studio Ingrida Stankute, della Lithuanian University of Medical Sciences. «Inoltre, quasi il 10% dei partecipanti allo studio che sono risultati positivi agli anticorpi anti-insulina aveva anche il diabete monogenico, a indicare l’importanza di effettuare una diagnosi accurata».
La maggior parte dei pazienti aveva un solo gene difettoso, ma sono state identificate molte altre mutazioni che coinvolgono anche undici nuovi geni. «Nella prossima fase della nostra collaborazione, eseguiremo degli studi di co-segregazione nelle famiglie dei pazienti e analizzeremo le funzioni geniche per capire se queste mutazioni producono gli stessi effetti» ha continuato Schwitzgebel.
Medicina di precisione e diagnosi più precisa
In generale i giovani pazienti diabetici, in particolare se affetti da diabete di tipo 1, devono seguire un trattamento che prevede iniezioni di insulina. «In molte mutazioni geniche, tuttavia, le cellule beta possono essere stimolate con le sulfoniluree, che sono molto più facili da somministrare rispetto all’insulina e hanno un effetto decisamente migliore sul metabolismo» ha spiegato Schwitzgebel.
«Molti pazienti, anche i più piccoli, sono così stati in grado di passare a un trattamento orale più leggero, e alcuni hanno lo hanno addirittura interrotto del tutto. Questo dimostra la necessità di una medicina di precisione, dove la terapia viene modulata in base alle cause della malattia, non solo sui sintomi» ha continuato.
«A Ginevra, abbiamo già messo in pratica queste nuove evidenze» ha affermato Jean-Louis Blouin, un ricercatore della Facoltà di Medicina dell’UNIGE e del Dipartimento di Medicina Genetica dell’HUG. «Abbiamo sviluppato un test diagnostico che include oltre 40 geni che possono portare al diabete monogenico e testiamo tutti i bambini diabetici che non hanno anticorpi autoimmuni».
Il test sarebbe utile anche negli adulti, dato che il diabete monogenico viene spesso erroneamente identificato come diabete di tipo 2, con conseguenze importanti in termini di gestione, qualità di vita e costi per il sistema sanitario.
«L’iperglicemia dovrebbe quindi essere considerata come un sintomo di un ventaglio di malattie, piuttosto che una malattia in sé, e le diverse forme di diabete dovrebbero essere meglio controllate. Quanto prima viene identificata la reale causa del disturbo, tanto precocemente possono essere avviati i trattamenti appropriati, riducendo al minimo il rischio di complicanze a lungo termine» ha concluso Schwitzgebel.