Calcio: si sta sviluppando in Giordania il primo viaggio di un progetto che porterà in tutto il mondo il “modello formativo AIC”
Continua il lavoro dei coach del Dipartimento Junior AIC che, nell’ambito della firma d’intesa tra Associazione Italiana Calciatori, la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, sta sviluppando in Giordania il primo viaggio di un progetto che porterà in tutto il mondo il “modello formativo AIC”, con il supporto tecnico di AVSI.
L’obiettivo dei progetti di cooperazione è quello di formare istruttori in loco, proponendo le medesime attività proposte in Italia dal Dipartimento Junior nelle scuole calcio e utilizzando il calcio come strumento di integrazione, crescita e inclusione sociale all’interno di progetti di cooperazione allo sviluppo. Il bambino è messo sempre “al centro del gioco” del calcio, che rappresenta così un fondamentale momento di crescita e apprendimento. Queste attività sportive consentiranno ai ragazzi e ragazze coinvolti nel training di acquisire competenze che saranno utili per tutti i momenti della loro vita: lavoro di squadra, cooperazione, comunicazione, leadership, accettazione degli altri e un approccio costruttivo per affrontare sia vittorie che sconfitte.
“Il calcio e tutto lo sport possono diventare uno strumento di cooperazione e incontro tra popoli e culture” – ha detto il Presidente AIC Damiano Tommasi, che ieri è sceso in campo allo stadio di Aqaba, insieme al campione del Mondo Simone Perrotta e allo staff AIC, per una partita amichevole con i tecnici giordani.
“L’esperienza dei nostri coach, per questa prima settimana in Giordania, ci insegna che lo sport è strumento di crescita ma anche di integrazione. Proporre il modello educativo, messo a punto dal Dipartimento Junior AIC sotto la guida di Simone Perrotta e dei tanti ex-calciatori coinvolti, nelle missioni di cooperazione internazionale che stiamo realizzando è un modo per portare l’Italia ed i nostri “talenti” fuori dai nostri confini tradizionali. Per offrire opportunità alle popolazioni che incontriamo ma anche per tornare più ricchi di come siamo partiti”.
Il lavoro dei coach AIC in questa prima fase è stato quello di formare gli istruttori locali (siriani, giordani e egiziani), rendendoli capaci, una volta rientrati nelle varie città della Giordania, di educare al calcio i bambini del paese che hanno voglia di giocare e crescere con questo sport.
Tra due mesi, la seconda fase del progetto prevede che i coach AIC e i coach giordani coinvolti, si rincontreranno attraverso una piattaforma di e-learning (in collaborazione con il corso di laurea in Scienze Motorie Calcio realizzato con l’università San Raffaele) per lo scambio di competenze.
Tra sei mesi, infine, la terza fase con i coach AIC che torneranno ad Aqaba per l’ultima sessione di formazione sul luogo, al termine della quale i coach locali avranno maturato le competenze necessarie per proseguire autonomamente lo sviluppo delle attività.