Intervista al maggiore Ida Casetti, “la prima ad arruolarsi nel primo corso dell’Accademia aeronautica aperto alle donne”
“Al di là degli aspetti romantici, di Icaro che vuole raggiungere il Sole, il volo è un’attività estremamente tecnica. Vero è che quando vedi un sole sorgere a 35mila piedi, questo rimane emozionante anche dopo venti anni che uno fa questo lavoro”. A parlare, intervistata dall’Agenzia Dire (www.dire.it) per lo speciale ‘Donne in Armi’ è il maggiore Ida Casetti, pilota dell’Aeronautica militare, “la prima ad arruolarsi nel primo corso dell’Accademia aeronautica aperto all’ingresso delle donne”. Il Maggiore ha visto cambiare il volto della Forza Armata da venti anni fa ad oggi “quando all’inizio c’era curiosità e timore da parte anche dei superiori. Il percorso in accademia è estremamente duro e magari quegli atteggiamenti che erano normali verso un uomo potevano sembrare duri per una donna. Dopo i mesi iniziali- ha raccontato- ci siamo tutti abituati e la nostra risposta è stata in linea con le aspettative”.
Durante l’Accademia “ho conseguito la laurea in scienze politiche in indirizzo internazionale. I primi brevetti di volo li ho conseguiti alla scuola aeronautica di Latina, mentre il brevetto di pilota militare nelle scuole americane”.
Da dieci anni Ida Casetti è pilota al 31mo stormo a Ciampino: “Piloto i Falcon 50 e gli Airbus 319 per trasporto delle alte cariche dello Stato e per voli sanitari d’urgenza”. Un cambiamento importante si verifica spesso per le donne soldato quando diventano madri. “Mi è capitato- ha raccontato la pilota- di vedere qualche attenzione particolare, ma basta spiegare le cose ai propri comandanti. Sono mamma di due bambini e sono riuscita a mantenere la mia credibilità. Questo ruolo di mamma mi ha intenerita, ma non ha scalfito in alcun modo la mia professionalità. E’ uno stereotipo da superare- ha aggiunto l’ufficiale a proposito del rischio che la maternità renda la donna meno operativa- e al netto delle tutele della maternità che sono giuste e previste, sono diritti di una madre di cui si può anche scegliere di non usufruire. È una scelta della singola madre– ha ribadito- se fare un passo indietro oppure trovare un modo per conciliare la piena operatività con un buon lavoro di madre”.
Da bambina “volevo fare la paracadutista- ha detto Ida- ma poi mi sono chiesta ‘perché mai saltare da un aereo perfettamente funzionante?’“. Se all’inizio i suoi genitori hanno reagito con scetticismo quando Ida ha deciso di entrare in Accademia “una volta entrata in Accademia e superato il concorso- ha ricordato- hanno visto che si trattava di un ambiente molto sano, con valori forti”. La scelta di diventare un pilota dell’Aeronautica è stata per Ida “una conseguenza di un desiderio più grande: servire il Paese“. “Sono un maggiore- ha concluso la pilota rispondendo alla domanda se preferisca esser chiamata soldatessa- e chi mi vede spero vedrà che sono una donna”.