Fra la via Emilia e il West, ecco vita e aneddoti di Guccini nel libro scritto da Paolo Talanca che ripercorre i luoghi fondamentali del cantautore modenese
Le radici, i luoghi, la poetica “di un poeta con la chitarra“. Si chiama ‘Fra la via Emilia e il West’ il libro scritto da Paolo Talanca su Francesco Guccini, attraverso il quale ripercorre i luoghi fondamentali della vita del cantautore modenese. Edito da Hoepli, tramite il percorso Pavana-Modena-Bologna-Pavana, racconta i ricordi, gli aneddoti e le letture amate, passando per gli esordi del beat, con brani simbolo per un’intera generazione come ‘Dio è morto’ o ‘Auschwitz’, per ‘La Locomotiva’, ‘Eskimo’, ‘Amerigo’, tutte canzoni che hanno segnato un’epoca.
“A me premeva fare una cosa- racconta alla Dire (www.dire.it) l’autore, Paolo Talanca, critico musicale, insegnante e saggista-. Quando si parla di Guccini spesso si pensa purtroppo a un cantautore politico. Se è vero che lui ha fatto politica, come tutti facciamo politica nei nostri gesti quotidiani, relegarlo al ruolo di cantautore politico è poco. Lui è un grande cantante dell’intimismo umano, è un intimista di natura, un poeta con la chitarra. È un cantautore che ha descritto la vita quotidiana, la vita delle persone, soprattutto sotto il punto di vista dell’intimità, del nostro combattere quotidianamente contro il tempo, pur sapendo che il tempo avrà la meglio”.
Guccini, come altri grandi cantanti, da De André a De Gregori, “andrebbe studiato a scuola. Anche sotto questo punto di vista il libro si spende. Una delle parole del sottotitolo è la poetica. Che non è da intendere sotto il punto di vista letterale, sicuramente letterario nell’unione di parole e musica”.
Talanca ha parlato dell’importanza del tempo di andare “sulla poetica dei migliori cantautori italiani e descriverla, soffermarsi sulla poetica. Quali sono i temi cari a questi autori, quali sono i loro luoghi, da dove è scaturita la necessità di scrivere canzoni? Che sono poi alcune delle opere letterarie tra le più importanti del ‘900, pensando all’Italia”.
De André, Guccini, De Gregori “sono i nostri cantautori migliori” e il loro “è un genere che più si avvicina alla poesia, come forma si avvicina alla poesia. È letteraria, quindi va studiata nelle ore di letteratura a scuola. Io insegno, ho fatto diverse ore di formazione docenti avendo insegnato spesso, anche per un progetto ligure, i cantautori a scuola. Bisogna formare gli insegnanti, è difficile trovarne che sappiano entrare nella letteratura della canzone e non facciano semplicemente il copia e incolla di quello che fanno con i poeti. Non si può togliere il testo di una canzone dalla canzone stessa e leggerla come se fosse una poesia. Bisogna farla ascoltare e parlare anche di musica“.