Granulomatosi: reslizumab riduce impiego steroidi


Granulomatosi eosinofilica con poliangioite, trattamento endovena con reslizumab riduce l’impiego di steroidi secondo un nuovo studio

Granulomatosi eosinofilica con poliangioite, reslizumab riduce impiego steroidi

Il trattamento endovena con reslizumab (inibitore di IL-5) si associa ad una riduzione significativa del ricorso agli steroidi orali e ad un miglioramento degli outcome riferiti dai pazienti affetti da granulomatosi eosinofilica con poliangioite (EGPA). Questo il responso di uno studio recentemente pubblicato sotto forma di “Letter” sulla rivista European Respiratory Society Open Research.

EGPA è una vasculite rara ma devastante, caratterizzata da infiammazione eosinofilica perivascolare, asma severo, eosinofilia periferica e malattia sinonasale, frequentemente complicata da coinvolgimento cardiaco, neurologico o renale.

Il caposaldo della terapia di EGPA è rappresentato dall’impiego di steroidi sistemici, con o senza trattamento concomitante immunosoppressivo con metotressato, azatioprina, ciclofosfamide o rituximab.

L’impiego a lungo termine di questi farmaci si associa a significativa morbilità farmaco-relata, con un rischio di recidiva che rimane significativo, nonostante il trattamento. IL-5 è una citochina chiave nel regolare sviluppo, migrazione e attivazione degli eosinofili.

“Osservazioni di letteratura hanno già documentato la capacità di mepolizumab, anticorpo neutralizzante IL-5, di migliorare il controllo di malattia e ridurre la necessità di impiego di steroidi orali, con un eccellente profilo di safety – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio”.

Reslizumab è un altro anticorpo neutralizzante IL-5, attualmente approvato per il trattamento dell’asma severo eosinofilico.
L’assenza, a conoscenza degli autori, di dati pubblicati sull’utilità d’impiego di questo farmaco nella gestione di EGPA ha sollecitato questo studio pilota, che ha valutato gli outcome clinici e quelli riferiti dai pazienti in una coorte di pazienti affetti da EGPA e asma severo, refrattaria ai trattamenti esistenti e dipendente dagli steroidi orali, trattata con reslizumab.

Per esaminare gli outcome in questione, i ricercatori hanno somministrato reslizumab in infusioni a cadenza mensile e al dosaggio di 3 mg/kg.

A tal scopo, hanno registrato i dati clinici di questi pazienti (dose steroidi orali, funzione polmonare, FeNO, controllo dell’asma mediante test ACQ7 (7-item Asthma Control Questionnaire) e valutazione della qualità della vita mediante test AQLQ (mini-Asthma Quality of Life Questionnaire) ottenuti al reclutamento nello studio e dopo 48 settimane di trattamento.

Risultati principali
Nove pazienti (età media: 48,2±11,7 anni; 44% donne) con EGPA dipendente dagli steroidi orali e asma severo eosinofilico hanno iniziato il trattamento con reslizumab nel corso di un triennio (2017-2019).

Dopo 48 settimane di trattamento, si è avuta una riduzione statisticamente significativa della posologia di steroidi orali, che è passata da una dose prednisolone equivalente di 23,4±9,1 mg/die a 5,9±4,8 mg/die (p <0,001).

E’ stato documentato un miglioramento statisticamente non significativo del punteggio medio ACQ7 da 2,1±2,1 a 1,5±1,8 (p =0,081) e un miglioramento del punteggio medio mini-AQLQ da 4,6±1,8 a 5,9±1,6 (p =0,001).

Mentre la funzione polmonare non è migliorata in modo statisticamente significativo, dalla valutazione del punteggio Birmigham Vascular Activity non sono emersi segnali di deterioramento.

La conta degli eosinofili periferica è rimasta soppressa, nonostante la ridotta esposizione agli steroidi orali. Inoltre, non sono stati documentati eventi avversi di entità tale da limitare il trattamento, esclusi 2 pazienti.

Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno evidenziato alcuni limiti metodologici intrinseci quali la possibilità di bias legata alla natura dello studio (che non era un trial clinico), la mancanza di un gruppo di controllo e il fatto che reslizumab potrebbe essere meno efficace nel modulare i fenotipi di malattia vasculitica extrapolmonare , mentre i pazienti nello studio mostravano un fenotipo di EGPA associato ad asma severo persistente.

“Nel complesso  – concludono i ricercatori – reslizumab potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica valida nei pazienti con EGPA e asma severo eosinofilico, facilitando ciò che sembra essere una riduzione significativa dell’esposizione agli steroidi orali nei pazienti con malattia refrattaria, controllata in modo non ottimale”.