Fausto Filidei in libreria con La via Francigena in toscana: viaggio tra cultura e sapori pubblicato da edizioni Sarnus nella collana “La Cuccagna”
Le grandi strade trasformano i territori e le civiltà, e la loro storia è un magnifico intreccio tra cultura e tradizioni, racconti e leggende, arte e cibo. Non fa eccezione la via Francigena, meta di pellegrini antichi e moderni: Fausto Filidei ce ne racconta il tratto toscano in un libro che somiglia a un vero e proprio viaggio a tappe. Intitolato La via Francigena in Toscana (pp. 208, euro 15), esce per le edizioni Sarnus nella collana «La Cuccagna».
Filidei è nato a Calcinaia (Pisa) nel 1951. Il suo lavoro di manager l’ha portato spesso in giro per l’Italia e in particolare in tutta la Toscana, di cui conosce ogni borgo. Sua grande passione è la cucina, da cui è già nato nel 2017, sempre per Sarnus, il libro L’Arno. Ricordi e sapori a spizzichi e bocconi. Il suo nuovo libro, illustrato dall’artista Paolo Grigò, ci accompagna in un percorso lungo 380 chilometri: partendo dall’attuale passo della Cisa in direzione di Pontremoli, attraverseremo la Versilia, la Lucchesia, il Valdarno inferiore, la Val d’Elsa e le terre del Chianti, e infine la Val d’Orcia fino al confine con il Lazio. Lungo il cammino potremo conoscere per brevi cenni la storia dei luoghi incontrati, saremo informati sulle chiese e i monumenti più interessanti da visitare e ci terranno compagnia storie di santi, leggende di fantasmi e lupi mannari, racconti che hanno origine in epoche antichissime, sospesi tra verità storica e fantasia. E poi le ricette, il “piatto forte”: sono novanta, tutte curiose, intriganti e legate ai luoghi percorsi, oltre che arricchite dai consigli della sommelier Clara Tizzanini sull’abbinamento coi vini più adatti. “La Toscana”, spiega l’autore, “non può prescindere dalla via Francigena, che l’attraversa completamente e che ha attratto viaggiatori provenienti da molti paesi europei. Su questa strada, nei secoli, sono sorti e si sono sviluppati insediamenti umani, sono stati costruiti ospedali, centri di accoglienza e monasteri, ma soprattutto, data la commistione di gente così diversa per provenienza, lingua, finalità, è spontaneamente nata una civiltà permeata e arricchita dalle culture più variopinte”.